Fotografi sotto Accusa: Il Caso dei Reportage da Gaza
10 Nov 2023 - Mondo
Le immagini che hanno immortalato l’irruzione di terroristi di Hamas nei kibbutz vicini a Gaza il 7 ottobre hanno scosso l’opinione pubblica internazionale. Quattro fotografi freelance di Gaza sono ora al centro di una controversia dopo la diffusione delle loro fotografie da parte di agenzie come Associated Press, CNN e Reuters.
Il sito pro-israeliano HonestReporting ha sollevato dubbi sulla presenza di questi fotografi sulla scena degli attacchi, suggerendo una possibile complicità o almeno una preconoscenza degli eventi. Un video pubblicato e poi cancellato da Hassan Eslaiah lo mostrava vicino a un carro armato israeliano in fiamme, senza le identificazioni standard per la stampa. Inoltre, una foto lo ritraeva in compagnia del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, in un atteggiamento confidenziale.
Queste immagini hanno alimentato il sospetto che i fotografi potessero essere informati dell’attacco prima che si verificasse, sollevando questioni etiche e di sicurezza. La presenza di fotoreporter in zone di conflitto è spesso cruciale per documentare gli eventi, ma la loro sicurezza e neutralità sono di fondamentale importanza.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore e membro del gabinetto di guerra israeliano, ha espresso su Twitter la sua indignazione, suggerendo che se i giornalisti fossero stati a conoscenza dell’attacco e non avessero parlato, la loro colpevolezza sarebbe paragonabile a quella dei terroristi.
Le agenzie di stampa internazionali coinvolte hanno preso posizione. CNN ha sospeso ogni collaborazione con Eslaiah, pur non avendo trovato prove che mettano in dubbio l’accuratezza del suo lavoro giornalistico. L’AP ha dichiarato di non essere stata a conoscenza degli attacchi prima che accadessero e di utilizzare immagini di freelance da tutto il mondo, inclusa Gaza. Reuters ha negato di essere stata informata dell’attacco o di aver inviato giornalisti insieme a Hamas, precisando che le immagini pubblicate erano state acquisite dopo l’inizio dell’attacco.
Questo caso solleva questioni delicate sulla responsabilità dei media in zone di conflitto, sulla sicurezza dei giornalisti e sulla fiducia del pubblico nell’integrità del reportage di guerra. La situazione rimane tesa e le indagini sul ruolo dei fotografi e sulle modalità di acquisizione delle immagini continuano. Nel frattempo, il dibattito sull’etica giornalistica e sulla libertà di stampa in contesti di guerra rimane più acceso che mai.