Francia, profanata la tomba di Jean-Marie Le Pen: l’odio politico non si ferma nemmeno davanti alla morte
31 Gen 2025 - Europa
Il sepolcro del fondatore del Front National, recentemente scomparso, è stato vandalizzato a La Trinité-sur-Mer. La destra denuncia un atto ignobile e chiede giustizia. Aperta un’indagine.

Un atto ignobile, un gesto che va ben oltre il dibattito politico e svela il vero volto di un’ideologia che si definisce tollerante ma che, nei fatti, non esita a calpestare persino la memoria dei suoi avversari. Nella notte tra il 30 e il 31 gennaio, la tomba di Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National e storico esponente della destra francese, è stata vandalizzata nel cimitero di La Trinité-sur-Mer, in Bretagna. Un attacco simbolico, che dimostra come l’odio politico, spesso fomentato dai media e da certi ambienti progressisti, possa sfociare in atti di pura barbarie.
Un atto di vandalismo che svela il clima di tensione politica in Francia
A meno di tre settimane dalla sua sepoltura, la tomba di Le Pen è stata colpita con un bastone e danneggiata in modo significativo. Un atto che non è certo casuale, ma che si inserisce in un clima di crescente demonizzazione della destra patriottica, alimentato da una narrativa che, negli ultimi anni, ha trasformato ogni figura non allineata al pensiero progressista in un nemico da abbattere.
Non si tratta solo di un gesto isolato di qualche vandalo, ma di un segnale inquietante: una parte della Francia non tollera nemmeno che un uomo, al di là delle sue idee, possa riposare in pace. Mentre si parla tanto di “lotta all’odio”, gli unici a essere bersagliati da violenze, censure e intimidazioni sono coloro che osano difendere un’identità nazionale, la sovranità e i valori tradizionali.
Reazioni dalla destra francese: “Un atto ignobile”
L’attacco alla tomba di Le Pen ha suscitato reazioni indignate, in particolare da parte del Rassemblement National e dei suoi esponenti. Jordan Bardella, presidente del partito, ha definito il gesto “inqualificabile”, denunciando l’incapacità della sinistra di rispettare anche i defunti.
Marion Maréchal, nipote di Le Pen e figura di spicco della destra identitaria francese, ha parlato di “infamia”, sottolineando come questo episodio non farà altro che rafforzare la determinazione di chi, come lei, continua la battaglia politica del nonno.
L’indagine è stata aperta per “violazione di un luogo di sepoltura”, ma la domanda resta: chi alimenta questo clima di odio? Chi legittima questi atti, dipingendo chiunque si opponga all’immigrazione di massa e all’ideologia globalista come un nemico da cancellare persino dopo la morte?
L’eredità politica di Le Pen e l’ossessione della sinistra
Jean-Marie Le Pen ha segnato la politica francese per oltre mezzo secolo, sfidando il sistema e dando voce a milioni di francesi che si sentivano traditi dalle élite. Il fatto che la sua tomba sia stata profanata dimostra quanto la sua figura faccia ancora paura ai suoi avversari.
La sinistra, che si proclama paladina della democrazia e della tolleranza, dimostra ancora una volta di non accettare che esista un’altra visione del mondo, una visione che affonda le radici nell’identità e nella difesa della patria. Quando non riescono a battere le idee, cercano di distruggere i simboli.
Ma la storia ha già dimostrato che certi attacchi non fanno altro che rafforzare chi li subisce. Jean-Marie Le Pen è morto, ma il suo pensiero, le sue battaglie e il suo lascito politico sono più vivi che mai. E a giudicare dalla paura che ancora incute nei suoi detrattori, il futuro potrebbe riservare molte sorprese.