Gaza al Bivio: Israele Impone Ultimatum per la Tregua
26 Apr 2024 - Medio Oriente
La tensione sale: Israele minaccia un'imminente operazione militare a Rafah se non si giungerà a un accordo con Hamas. La questione urgente della liberazione degli ostaggi umanitari resta al centro del dibattito.
In queste ore cruciali, Israele impone un ultimatum per raggiungere una tregua a Gaza. Secondo le ultime comunicazioni, l’opzione di un’intervento terrestre a Rafah diventerà realtà se non si giungerà a un accordo imminente. Le fonti di Channel 12 evidenziano che il messaggio è stato trasmesso chiaramente agli intermediari egiziani e, attraverso loro, a Yahya Sinwar, leader di Hamas.
Precarietà nei Negoziati
Durante i recenti colloqui, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, tramite i suoi negoziatori, ha discusso con una delegazione egiziana. Times of Israel riporta che Israele non tollererà ritardi nei negoziati orchestrati da Sinwar. La situazione è tesa: un accordo deve essere trovato, oppure si procederà con l’azione militare a Rafah.
Dettagli del Conflitto Sugli Ostaggi
Israele ammette la possibilità di ridurre il numero di ostaggi da liberare rispetto ai 40 inizialmente richiesti. Tuttavia, respinge la proposta di Hamas di liberare solo 20 ostaggi. È fondamentale per Israele la liberazione di 33 ostaggi considerati “umanitari”, tra cui donne, bambini, anziani oltre i 50 anni e malati. La richiesta israeliana insiste sulla loro liberazione immediata, senza chiarire se questa sarà una fase preliminare di un accordo più ampio o la durata della tregua proposta.
Momenti Decisivi per Rafah
L’Idf (Forze di difesa israeliane) ha finalizzato i preparativi per un’operazione a Rafah. Molti esperti di difesa sottolineano che il tempo è quasi esaurito per gli ostaggi, che devono rimanere la priorità. In assenza di un accordo soddisfacente, l’Idf è pronta a riprendere i combattimenti.
Pressioni Politiche su Netanyahu
Netanyahu si trova sotto pressione per spingere verso un accordo sugli ostaggi, nonostante l’opposizione di alcuni membri estremisti della sua coalizione, tra cui i ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir. Queste dinamiche interne potrebbero complicare ulteriormente i tentativi di negoziazione e influenzare le decisioni imminenti riguardanti la sicurezza e il benessere degli ostaggi.