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Georgia nel caos: proteste contro il governo

2 Dic 2024 - Europa

Scontri a Tbilisi dopo lo stop ai negoziati per l’adesione europea. Il premier Kobakhidze rifiuta nuove elezioni, mentre l’UE e Zurabishvili criticano duramente.

Georgia nel caos: proteste contro il governo

Proteste di massa a Tbilisi

La Georgia è scossa da manifestazioni di massa a Tbilisi, dove migliaia di cittadini protestano contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione Europea fino al 2028. Il movimento, prevalentemente europeista, accusa il partito di governo, Sogno Georgiano, di tradire le aspirazioni della popolazione.

Gli scontri con le forze dell’ordine sono degenerati, con la polizia che ha utilizzato proiettili di gomma, gas lacrimogeni e idranti, mentre i manifestanti hanno risposto con petardi. Incendi sono stati segnalati vicino al Parlamento e almeno 44 persone sono rimaste ferite durante gli scontri.

La posizione del governo e il rifiuto di nuove elezioni

Il primo ministro Irakli Kobakhidze ha escluso categoricamente l’ipotesi di nuove elezioni legislative, nonostante le pressioni dell’opposizione, della presidente Salomé Zurabishvili e del Parlamento Europeo. “Certamente no”, ha dichiarato Kobakhidze, difendendo la legittimità del governo e accusando l’opposizione di fomentare disordini.

La presidente Zurabishvili ha annunciato che non lascerà il suo incarico alla fine del mandato, prevista per dicembre, a meno che non vengano indette nuove elezioni. Kobakhidze ha replicato che Zurabishvili dovrà cedere la residenza presidenziale il 29 dicembre al nuovo presidente eletto.

Reazioni internazionali: dure critiche dall’UE

La crisi ha suscitato l’attenzione dell’Unione Europea. Kaja Kallas, Alta rappresentante per la politica estera dell’UE, ha condannato la violenza contro i manifestanti definendola “inaccettabile”. Durante una visita a Kiev, ha dichiarato che il governo georgiano deve rispettare la volontà del proprio popolo, che aspira a un futuro europeo.

Nonostante le critiche internazionali, il governo continua a sostenere l’operato delle forze dell’ordine e accusa le proteste di essere uno strumento per destabilizzare il Paese.

Il ruolo della Russia: accuse e timori di una “rivoluzione colorata”

La Russia segue con attenzione gli sviluppi in Georgia. Dmitry Medvedev, ex presidente russo, ha definito le proteste un tentativo di “rivoluzione colorata” simile a quanto avvenuto in Ucraina. “La Georgia si sta muovendo rapidamente verso l’abisso oscuro”, ha dichiarato Medvedev, suggerendo che la crisi potrebbe avere conseguenze gravi per il Paese.

Un futuro incerto per la Georgia

La sospensione dei negoziati per l’adesione all’Unione Europea rappresenta una svolta cruciale per il futuro della Georgia. L’opposizione accusa il premier Kobakhidze di allontanare il Paese dalla strada europea, spingendolo verso l’orbita russa, mentre la popolazione teme che queste scelte possano compromettere la democrazia e le aspirazioni di modernizzazione del Paese.

Con le proteste che continuano e una crescente pressione internazionale, il destino della Georgia rimane incerto. I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere se il Paese potrà trovare una soluzione pacifica o se le tensioni si tradurranno in un’escalation di instabilità politica e sociale.

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