Hamas apre alle richieste israeliane: spiragli per un cessate il fuoco
12 Dic 2024 - Medio Oriente
Per la prima volta, il gruppo militante accetta una presenza temporanea delle IDF a Gaza. Si riaccendono le speranze di un cessate il fuoco, mentre il Mossad intensifica i colloqui diplomatici con il Qatar.
Mentre i raid israeliani sulla Striscia di Gaza continuano con intensità, emergono novità significative sul piano diplomatico. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Hamas avrebbe accettato due delle principali richieste avanzate da Israele per un cessate il fuoco. Questa notizia riaccende le speranze per un accordo che potrebbe portare alla liberazione di alcuni ostaggi nei prossimi giorni, segnando un punto di svolta nel conflitto.
L’apertura di Hamas: una concessione strategica?
Per la prima volta dall’inizio dell’ultima escalation, Hamas avrebbe accettato la possibilità di una presenza temporanea delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) in alcune aree strategiche di Gaza, tra cui il corridoio di Filadelfia, al confine con l’Egitto, e il corridoio di Netzarim. Questo segnerebbe una rottura con l’intransigenza mostrata in precedenza dal gruppo terrorista. Inoltre, Hamas ha fornito una lista di ostaggi, inclusi cittadini americani, che sarebbero rilasciati come parte di un accordo di tregua.
Il ruolo del Qatar e l’attivismo del Mossad
Sul fronte diplomatico, il capo del Mossad, David Barnea, ha incontrato il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, per discutere delle modalità del rilascio degli ostaggi e delle condizioni per il cessate il fuoco. Il Qatar, spesso criticato per i legami ambigui con Hamas, sta svolgendo un ruolo cruciale come intermediario. Questo dialogo si colloca in un contesto geopolitico in cui Israele cerca di bilanciare la pressione militare con iniziative diplomatiche per consolidare i suoi obiettivi di sicurezza.
La risposta di Israele: raid intensificati
Nel frattempo, i raid israeliani continuano a colpire obiettivi strategici nella Striscia di Gaza. Le operazioni hanno provocato la morte di 21 persone, inclusi diversi bambini, in attacchi mirati a Nuseirat e Gaza City. Le IDF ribadiscono che ogni azione è volta a neutralizzare infrastrutture di Hamas, ma il bilancio umano resta drammatico. Parallelamente, le forze israeliane hanno intensificato gli attacchi contro le milizie che cercano di interferire con gli aiuti umanitari, sottolineando la complessità della gestione delle zone di conflitto.
Attacco a Gerusalemme: il terrorismo colpisce ancora
Mentre si cerca di raggiungere una tregua, il terrorismo continua a seminare morte. In Cisgiordania, un autobus diretto a Gerusalemme è stato attaccato a colpi di arma da fuoco. Il bilancio è tragico: un bambino di 12 anni è morto e altre tre persone sono rimaste ferite. L’assalitore, successivamente arrestato, è stato identificato come un membro di una cellula operativa palestinese. Questo ennesimo episodio dimostra la necessità di mantenere alta la guardia contro il terrorismo che minaccia la sicurezza dei cittadini israeliani.
La posizione dell’ONU: una risoluzione controversa
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza, con 158 voti favorevoli. Tuttavia, il documento non tiene conto delle legittime preoccupazioni di Israele riguardo alla sicurezza nazionale e al rilascio degli ostaggi. Questa posizione, accolta con entusiasmo da alcuni, ha suscitato critiche per la sua visione parziale del conflitto.
Mentre la diplomazia sembra guadagnare terreno, il cammino verso una tregua stabile rimane irto di ostacoli. Israele continua a perseguire il duplice obiettivo di garantire la sicurezza dei propri cittadini e liberare gli ostaggi, mentre Hamas sembra cercare di guadagnare tempo in un contesto in cui la pressione internazionale cresce. Resta da vedere se gli sforzi in corso porteranno a una svolta o se si tratta solo di un fragile equilibrio destinato a infrangersi.