Harris attacca Trump: “È un fascista”
24 Ott 2024 - USA
Durante un town hall della CNN, Kamala Harris ha definito Donald Trump un pericolo per la democrazia, sottolineando la sua tendenza verso il fascismo. L'accusa si basa anche sulle dichiarazioni dell'ex capo di gabinetto John Kelly.
Kamala Harris accusa Donald Trump di fascismo: un nuovo scontro politico
Nel corso di un town hall organizzato dalla CNN, Kamala Harris ha lanciato un’accusa senza precedenti contro Donald Trump, definendolo un fascista. Questo duro attacco è avvenuto in risposta ad una domanda diretta di Anderson Cooper, il moderatore dell’evento, che le ha chiesto se ritenesse il suo avversario politico un fascista. Harris ha risposto con fermezza: “Sì, lo credo”.
Cos’è un Town hall?
Il town hall è un incontro pubblico, generalmente televisivo, durante il quale i cittadini o un pubblico selezionato possono fare domande ai candidati politici o alle figure pubbliche su temi di attualità. Spesso moderato da giornalisti, il format è pensato per favorire il dibattito diretto tra i leader e gli elettori.
Le accuse basate su John Kelly
L’affermazione della vicepresidente si basa non solo sulla sua personale valutazione, ma anche su dichiarazioni recenti di John Kelly, ex capo di gabinetto di Trump. Kelly, intervistato dal New York Times, ha rivelato che Trump ha più volte espresso ammirazione per dittatori e ha avanzato idee che ricordano l’autoritarismo di figure come Adolf Hitler. Harris ha citato le parole di Kelly, definendole un “allarme 911 per il popolo americano”, sottolineando quanto sia pericoloso sottovalutare queste dichiarazioni alla luce delle elezioni imminenti.
L’importanza della Pennsylvania
Il town hall di Harris si è svolto nella cruciale contea di Delaware, in Pennsylvania, uno degli Stati più contesi per le prossime elezioni. In questo contesto, la vicepresidente ha cercato di rafforzare il sostegno nei confronti della sua campagna, ribadendo che una rielezione di Trump rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale e per la democrazia stessa. Durante l’evento, ha anche parlato di temi economici e sociali, come l’aumento dei prezzi, il diritto all’aborto e la crisi israelo-palestinese.
Trump come dittatore
Harris ha posto l’accento sull’instabilità di Trump, citando numerosi episodi in cui l’ex presidente ha mostrato simpatia per dittatori e metodi di governo autoritari. In particolare, ha ricordato le parole di Trump, il quale avrebbe dichiarato che, se rieletto, si comporterebbe da dittatore per un giorno. Queste affermazioni hanno ulteriormente consolidato la narrazione di Harris, che lo descrive come una figura pericolosa e imprevedibile.
Le reazioni e l’eco mediatico
L’accusa di Harris ha rapidamente fatto il giro dei media, suscitando reazioni contrastanti. Mentre i suoi sostenitori hanno elogiato il suo coraggio nel chiamare le cose col proprio nome, i fedelissimi di Trump hanno immediatamente respinto le sue affermazioni, accusandola di demonizzare l’ex presidente. Il team di Trump ha rilanciato un video della Harris su X (ex Twitter), sottolineando le sue difficoltà nel differenziare la propria agenda da quella dell’amministrazione Biden.
La strategia di Harris
La mossa di Harris sembra comunque parte di una strategia ben pianificata per attrarre votanti indecisi, specialmente nei sobborghi delle grandi città americane, dove la battaglia per i voti sarà cruciale nelle prossime elezioni.
L’accusa di fascismo non è un dettaglio retorico, ma si inserisce in una più ampia narrativa che cerca di definire Trump non solo come un avversario politico, ma come una minaccia esistenziale per i valori democratici degli Stati Uniti.
Le sfide future
In questo contesto, il discorso di Harris va letto come un tentativo di consolidare il proprio ruolo di leader all’interno del Partito Democratico e di differenziarsi da Joe Biden, pur continuando a supportare il suo mandato. La sfida che attende la vicepresidente è complessa: dovrà riuscire a convincere non solo gli elettori democratici, ma anche i moderati e gli indecisi, che una rielezione di Trump potrebbe avere conseguenze irreversibili per la nazione.
Questo confronto è destinato a dominare il dibattito politico nelle settimane a venire, in una campagna elettorale che si preannuncia tra le più polarizzate della storia americana recente.