I cristiani armeni “rischiano lo sterminio” in Nagorno-Karabakh
27 Set 2023 - Mondo
Il contesto geopolitico del Nagorno-Karabakh, tra Armenia ed Azerbaigian, ha sempre rappresentato un fulcro di tensioni e scontri. Nel cuore di questa battaglia, la comunità cristiana armena si trova nel mezzo di una crescente tempesta, che vede una minaccia potenziale al suo esistere.
Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs-Italia), ha recentemente suonato un campanello d’allarme, evidenziando come questa comunità sia a rischio. Il recente attacco avviato dall’Azerbaigian ha causato un’ondata di sfollamenti, con oltre 13.350 rifugiati che si sono riversati in Armenia.
Dopo la guerra del 2020, le tensioni tra Armenia ed Azerbaigian sembravano non placarsi, e gli eventi di settembre 2023 hanno ulteriormente infiammato la situazione. La chiusura del ‘Corridoio di Lachin’ da parte dell’Azerbaigian ha non solo impedito l’arrivo di beni essenziali ma ha anche esposto i cristiani armeni a un rischio maggiore. Oltre a ciò, le crescenti tensioni interreligiose tra musulmani e cristiani hanno portato alla distruzione di luoghi di culto.
Il pericolo non è solo limitato alla distruzione fisica ma punta anche all’eradicazione culturale e religiosa. Le affermazioni del presidente azero, Ilham Aliyev, evidenziano una strategia di consolidamento del potere in Nagorno-Karabakh, con un’interpretazione di “paradiso” che sembra prevedere l’assenza della comunità armena.
L’accusa di pulizia etnica è grave e pesante, ma viene confermata dalle parole dell’ambasciatore armeno, Andranik Hovhannisyan. Rivolgendosi alle Nazioni Unite, Hovhannisyan ha delineato un quadro drammatico, definendo le azioni dell’Azerbaigian come un “crimine contro l’umanità”.
Di fronte a tali accuse e alla crescente instabilità nella regione, la comunità internazionale ha il dovere di intervenire, garantendo non solo la sicurezza fisica della comunità armena, ma anche la protezione dei suoi diritti culturali e religiosi. La storia ci ha mostrato più volte come la passività di fronte a segnali di allarme possa avere conseguenze catastrofiche. Non possiamo permettere che la comunità armena sia cancellata dalla storia.