I sostenitori dello Stato Palestinese e i nemici di Israele
10 Ott 2023 - Mondo
La recente escalation del conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza ha suscitato una profonda preoccupazione a livello globale, con una serie di attori internazionali che hanno espresso le loro posizioni e timori riguardo alla situazione. Mentre il mondo guarda con ansia agli sviluppi in questa regione martoriata, emerge una gamma di reazioni e preoccupazioni da parte di leader politici e influenti pensatori.
L’ayatollah Ali Khamenei
In Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema del Paese, ha rafforzato il suo sostegno alla resistenza palestinese e ha criticato aspramente Israele, ma ha negato il coinvolgimento diretto dell’Iran nell’attacco di Hamas. Queste dichiarazioni sollevano interrogativi sulla possibile escalation della tensione in Medio Oriente, soprattutto alla luce della posizione sempre più dura di alcuni leader iraniani.
Alexander Dugin
Dall’altra parte del mondo, la Russia è stata coinvolta nella discussione a causa delle parole di Alexander Dugin, l’influente ideologo ultranazionalista di Vladimir Putin. Dugin ha evidenziato l’importanza del sostegno russo all’Iran, mentre ha accusato Israele di essere un vassallo degli Stati Uniti. Questa retorica rischia di contribuire a un clima internazionale già teso.
Ramzan Kadyrov
Ramzan Kadyrov, il leader ceceno, ha fatto delle dichiarazioni che riflettono la sua posizione nei confronti del conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza. Le sue parole sono le seguenti: “Sosteniamo la Palestina. E siamo contrari a questa guerra che, a differenza di altri conflitti, può trasformarsi in qualcosa che va oltre.” Kadyrov esprime chiaramente il suo sostegno alla causa palestinese e condanna la guerra in corso.
Algeria e Iraq
L’Algeria e l’Iraq hanno condannato le azioni di Israele, affermando che l’attacco di Hamas è una diretta conseguenza della politica di occupazione israeliana e della violazione del diritto internazionale. Queste preoccupazioni sollevano la questione della stabilità in Medio Oriente e delle implicazioni regionali della crisi in corso.
Recep Tayyip Erdogan
Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso preoccupazione per un possibile attacco indiscriminato a Gaza, sottolineando il rischio di aumentare le sofferenze e la violenza nella regione, si evidenzia il crescente nervosismo di alcuni attori regionali rispetto alla situazione in evoluzione.
La Corea del Nord
Anche la Corea del Nord ha fatto sentire la sua voce, accusando Israele di causare spargimenti di sangue a Gaza e sostenendo la necessità di creare uno Stato palestinese indipendente. L’intervento della Corea del Nord in questa crisi evidenzia il suo ruolo di attore provocatorio in ambito internazionale.
L’ONU ha perso autorevolezza
In questa fase critica, è essenziale che la comunità internazionale si impegni a cercare una soluzione pacifica e negoziata per porre fine a questa escalation di violenza. Ma l’ONU è disarmato, non rappresenta più quel luogo in cui le potenze si confrontano e la sua autorevolezza è ai minimi storici. E oggi, di una organizzazione internazionale terza e capace di condizionare le politiche degli Stati, il mondo ne avrebbe davvero bisogno.