I venti di guerra non si placano
13 Ago 2023 - Geopolitica
L’attacco ucraino
Nel cuore della notte, sotto il velo dell’oscurità, diciassette droni ucraini hanno scagliato un audace attacco contro una strategica base logistica delle truppe russe, situata nei pressi di Yevpatoriya nella Crimea occupata. L’assalto ha scosso il sonno della roccaforte russa, lasciando dietro di sé un sentiero di distruzione e caos.
L’attenzione di Kiev sembra essere saldamente ancorata alla Crimea, quell’enclave contesa, strappata dalle mani dalla Federazione Russa nel lontano 2014. Le forze ucraine non hanno esitato a sferrare colpi contro basi militari nemiche, ma anche contro l’iconico ponte che attraversa lo stretto di Koch, un simbolo doloroso dell’implacabile occupazione russa. Le onde del Mar Nero ora scintillano sotto la luce del sole, mentre colonne di fumo salgono verso il cielo.
Gli ucraini hanno sferrato un attacco verso il Ponte di Crimea, cercando di scuotere la pretesa sovranità russa. Tuttavia, il destino sembra giocare a favore delle difese nemiche, poiché i missili nemici sono stati respinti, e il ponte, seppur lacerato più volte, rimane una maestosa testimonianza della tenacia russa. Le autorità di Mosca promettono un contrattacco brutale, un messaggio chiaro di determinazione.
La cronaca ci riporta che missili ucraini, affilati come spade, hanno tagliato l’aria verso il ponte strategico. Ma la risposta russa è stata un fulminea: missili anti-aerei S-200 modificati hanno risposto all’appello, abbattendo la minaccia nel cielo notturno.
La Russia risponde e rilancia
E intanto i russi hanno devastato strutture militari nemiche e persino un centro di controllo sospetto. Nel frattempo, nelle remote terre dell’Artico, un enigmatico balletto si svolge tra le forze russe e il gelido regno della natura selvaggia. Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu ha ispezionato le truppe artiche mentre la flotta navale si avventura nell’oceano.