Il 2011 e il colpo di Stato finanziario in Italia: la crisi dello spread e le conseguenze economiche
22 Giu 2023 - Approfondimenti Politici
Introduzione
Sono passati quasi dodici anni dalla caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011, un periodo che segnò un’importante svolta per l’Italia. Quell’anno, gli italiani si trovarono ad affrontare la crisi dello spread, con il differenziale tra i rendimenti dei BTP italiani e i Bund tedeschi che raggiunse livelli preoccupanti. Questo evento segnò l’inizio di una serie di eventi che portarono all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti e furono descritti da alcuni come un “colpo di Stato finanziario”.
La crisi dello spread e il colpo di Stato finanziario
Nel novembre 2011, il differenziale tra i rendimenti dei BTP italiani e i Bund tedeschi raggiunse un picco di 575 punti base, con il rendimento del titolo italiano decennale che superò il 7%. Questo evento causò una crisi di fiducia nei confronti dell’economia italiana e portò all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti. Secondo alcuni osservatori, ciò rappresentò un “colpo di Stato finanziario” perpetrato dal Consiglio europeo attraverso un linguaggio tecnocratico.
Le dimissioni del governo Berlusconi e l’insediamento di Monti
Le dimissioni del governo Berlusconi furono precedute dalla mancanza di maggioranza in Parlamento nella votazione sul rendiconto generale dello Stato. Questo evento, combinato con la crisi dello spread, portò alle dimissioni del primo ministro e all’insediamento di un governo tecnico guidato da Mario Monti. Questo governo aveva l’obiettivo di attuare riforme economiche e finanziarie per ripristinare la fiducia dei mercati.
Le dichiarazioni di Habermas, Monti e Prodi
Il filosofo tedesco Juergen Habermas descrisse l’insediamento del governo Monti come un “colpo di Stato silenzioso” perpetrato dal Consiglio europeo attraverso un linguaggio tecnocratico. Mario Monti stesso, in un editoriale sul Corriere della Sera, sembrò confermare questa tesi, sostenendo che la mancanza di una politica economica coerente e credibile aveva portato all’erosione della fiducia dei mercati. Anche l’ex premier Romano Prodi ammise che si consumò un golpe finanziario contro il governo italiano, influenzato dagli interessi geopolitici franco-tedeschi.
Il contesto economico del 2011
Il 2011 fu un anno complicato per l’economia, con la crisi del debito sovrano che coinvolse diversi paesi dell’Europa meridionale. La Grecia ottenne un prestito di 110 miliardi di euro per evitare il default, e ciò portò alla richiesta di maggiori requisiti di solidità patrimoniali alle banche dell’Eurozona, che ridussero la loro esposizione al debito sovrano italiano. L’errore della Bce di alzare i tassi d’intersse e le controversie sull’ulteriore finanziamento del fondo europeo Salva-Stati contribuirono alla crisi di fiducia nei confronti dell’economia italiana.
Le conseguenze della crisi dello spread
La crisi dello spread del 2011-2012, prima dell’avvio del Quantitative Easing di Mario Draghi, comportò costi significativi per l’Italia. Secondo l’Ufficio Parlamentare di bilancio, in termini di maggiori interessi sul debito, la crisi costò 31 miliardi di euro. Inoltre, le misure di austerità adottate successivamente dal governo Monti aumentarono la pressione fiscale e contribuirono alla contrazione dell’economia italiana.
Conclusioni
La crisi dello spread del 2011 rappresentò un momento critico per l’Italia e portò all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti. Le dichiarazioni di Habermas, Monti e Prodi suggeriscono che ci fosse un elemento di “colpo di Stato finanziario” nella gestione della crisi. Il contesto economico e le decisioni prese dagli attori internazionali contribuirono alla crisi di fiducia nei confronti dell’economia italiana. Le conseguenze di questa crisi si fecero sentire sul debito pubblico e sull’economia del paese. È importante comprendere il contesto e le dinamiche che portarono a quegli eventi per valutare appieno le implicazioni di quel periodo.