Il Papa in Mongolia: una visita storica e un messaggio di speranza
2 Set 2023 - Mondo
Papa Francesco ha compiuto il suo 43° viaggio apostolico, il primo di un pontefice in questo Paese asiatico. Il motto del viaggio è stato “Sperare Insieme”, per sottolineare l’importanza della collaborazione tra la Santa Sede e la Mongolia, ma anche tra le diverse religioni e culture presenti nel territorio.
Il Papa è arrivato ieri all’aeroporto Gengis Khan di Ulan Bator, dove è stato accolto dal ministro degli Esteri mongolo, Batmunkh Battsetseg. Dopo una breve cerimonia di benvenuto, il Papa si è trasferito alla Nunziatura apostolica, dove non ha avuto altri impegni per il primo giorno.
Durante il volo, il Papa ha salutato i giornalisti al seguito e ha espresso la sua curiosità per la Mongolia, un Paese che “sembra non finire mai” e che ha un popolo “poco numeroso”. “Ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci farà bene capire non intellettualmente, ma con i sensi. Farà bene ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stato capace di esprimere la grandezza della Mongolia”, ha detto Francesco.
Il Papa ha anche inviato un telegramma di saluto al presidente cinese Xi Jinping, mentre sorvolava lo spazio aereo della Cina. “Invio auguri di buoni auspici a Sua Eccellenza e al popolo cinese mentre attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso la Mongolia. Assicurandovi la mia preghiera per il benessere della Nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine dell’unità e della pace”, ha scritto il Papa. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha risposto che la Cina è pronta a “rafforzare la fiducia reciproca” con il Vaticano e a “promuovere il processo di miglioramento delle relazioni tra i due Paesi”.
Il programma del viaggio apostolico ha previsto diversi incontri con le autorità civili e religiose della Mongolia, ma anche con i fedeli cattolici, che sono una minoranza in un Paese a maggioranza buddista. Il Papa ha visitato anche alcuni luoghi simbolici della cultura mongola, come il monastero di Gandantegchinlen e il parco nazionale di Terelj.
Nella sua omelia durante la messa celebrata nella cattedrale di San Pietro e Paolo, il Papa ha esortato i fedeli a essere “seme di speranza” in mezzo a una società multireligiosa e multiculturale. Ha ricordato che la Chiesa in Mongolia è “giovane e piccola”, ma “viva e gioiosa”, e ha invitato i cattolici a testimoniare il Vangelo con la carità, la semplicità e l’umiltà.
Nel suo discorso ai giovani, il Papa ha incoraggiato i mongoli a sognare in grande e a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà. Ha detto che i giovani sono “il futuro della Mongolia” e ha chiesto loro di essere “costruttori di ponti” tra le diverse culture e religioni. Ha anche lodato il loro amore per la natura e il loro rispetto per gli anziani.
Nel suo incontro con i rappresentanti delle diverse religioni, il Papa ha sottolineato l’importanza del dialogo e della collaborazione per promuovere la pace e la fraternità. Ha detto che le religioni sono chiamate a essere “strumenti di armonia e di guarigione” in un mondo ferito dalla violenza e dall’indifferenza. Ha anche denunciato la corruzione come un “male che impoverisce i Paesi interi” e ha chiesto alle religioni di agire contro questo flagello.
Nel suo saluto alla comunità diplomatica, il Papa ha espresso la sua gratitudine per l’accoglienza ricevuta in Mongolia e ha ribadito il suo appello per una “pax mongolica” che si estenda al mondo intero. Ha elogiato il ruolo della Mongolia come Paese senza armi nucleari e come promotore della stabilità regionale. Ha anche auspicato che la Mongolia continui a crescere nel rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello sviluppo sostenibile.
Il Papa ha portato un messaggio di speranza e di dialogo in un Paese che affronta sfide sociali ed economiche, ma che ha anche una ricca tradizione spirituale e culturale. Francesco è stato testimone della vitalità della Chiesa cattolica in Mongolia, nata solo nel 1992 dopo il crollo del regime comunista e oggi composta da circa 1.300 battezzati.