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Il Senato Approva l’Autonomia Differenziata

24 Gen 2024 - Italia

Il Senato Approva l’Autonomia Differenziata

Il Senato italiano ha dato il via libera all’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Il ddl Calderoli è stato approvato in prima lettura il 23 gennaio, con 110 voti a favore, 64 contrari e 3 astensioni. Durante le operazioni di voto, alcuni senatori, non ripresi dalle telecamere, hanno cantato l’inno nazionale, portando alla sospensione temporanea dell’Aula da parte del presidente di turno, Gian Marco Centinaio.

Reazioni Positive dalla Lega e Altri Partiti di Centrodestra

Matteo Salvini, leader della Lega, ha espresso soddisfazione per l’approvazione, considerandola un passo verso un’Italia più moderna ed efficiente. Anche Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali, ha sottolineato l’importanza storica dell’approvazione, evidenziando la risposta alle richieste di 14 regioni su 15 a statuto ordinario. Altri esponenti politici, come Alessandro Morelli e Luca Zaia, hanno parlato rispettivamente di una “giornata storica per il Paese” e di una “pietra miliare per la rinascita del Paese”.

Forza Italia e Fratelli d’Italia: Supporto alla Riforma

Maurizio Gasparri di Forza Italia ha descritto il passaggio come necessario per la vita della Repubblica, enfatizzando l’importanza di garantire livelli essenziali di prestazioni e servizi in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ha evidenziato l’importanza dell’uniformità dei livelli essenziali di prestazioni per evitare disparità tra le regioni.

Opposizione in Rivolta: Mobilitazione e Critiche

L’opposizione ha reagito negativamente all’approvazione. Elly Schlein del Partito Democratico ha annunciato una mobilitazione contro la riforma, criticando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per aver ceduto al “sogno secessionista della Lega”. Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle ha espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze negative sul Sud e ha promesso di continuare la battaglia in Parlamento. Anche Mario Turco del M5S e Maurizio Landini della Cgil hanno espresso preoccupazioni simili, temendo un aumento delle disuguaglianze e un impatto negativo sull’unità nazionale.

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