Il Senato respinge la richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per le opinioni su Carola Rackete
29 Giu 2023 - Italia
Nell’Aula del Senato italiano, è stata respinta la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per le opinioni espresse su Carola Rackete, l’ex comandante della Sea Watch 3, la nave dell’ONG tedesca coinvolta nel soccorso di migranti in acque libiche il 12 giugno 2019. Il voto, con 82 sì, 60 no e 5 astenuti, ha accolto la relazione della Giunta delle immunità del 28 febbraio 2023, che ha stabilito che le parole di Salvini erano coperte da insindacabilità.
Il voto in giunta
La Giunta si è espressa in merito agli atti del tribunale di Milano, dove Salvini era accusato di diffamazione aggravata. La maggioranza ha votato a favore della relazione, mentre i partiti di opposizione come il Partito Democratico (PD), il Movimento 5 Stelle (M5S) e Azione Civile (Avs) hanno votato contro, e Italia Viva (IV) si è astenuta.
La reazione dell’avvocato di Rackete
L’avvocato di Carola Rackete, Alessandro Gamberini, ha commentato la decisione del Senato dicendo: “Che dire? Notizia attesa e scontata. È l’insindacabilità dell’insulto. È interessante notare come il Parlamento abbia ritenuto un’opinione espressioni come ‘zecca tedesca’, che qualificano chi le pronuncia ben più di una donna che è stata costretta a subirle”.
Sospensione del processo a carico di Salvini
Il processo a carico di Salvini era stato sospeso dopo che il giudice del tribunale di Milano, Maria Burza, aveva trasmesso gli atti al Senato, chiedendo di valutare se le frasi pronunciate dall’ex ministro dell’Interno fossero coperte dall’insindacabilità parlamentare. Le parole di Salvini, pubblicate sui social tra giugno e luglio 2019, includevano espressioni come “sbruffoncella che fa politica sulla pelle di qualche decina di migranti” e “ricca tedesca fuorilegge”.
La reazione dell’opposizione
L’opposizione, rappresentata dal senatore del PD Alfredo Bazoli, ha criticato la decisione del Senato, sostenendo che le parole di Salvini non rappresentavano semplici opinioni, ma erano vere e proprie offese. Bazoli ha aggiunto che il voto della maggioranza getta discredito sulla politica e sull’Aula stessa.