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Il Tasso di Occupazione Femminile in Italia: il Più Basso nell’UE

2 Gen 2024 - Italia

Il Tasso di Occupazione Femminile in Italia: il Più Basso nell’UE

In Italia, il contesto lavorativo è particolarmente difficile per le donne, tanto che una su cinque abbandona il lavoro dopo essere diventata madre. Questo dato posiziona l’Italia all’ultimo posto nell’Unione Europea per il tasso di occupazione femminile.

Un Tasso di Occupazione Femminile Preoccupante

Un dossier del Servizio studi della Camera rivela che il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso tra gli Stati dell’UE, con un gap di circa 14 punti percentuali rispetto alla media europea del 69,3%. Le donne occupate in Italia sono circa 9,5 milioni, a fronte di 13 milioni di uomini.

Maternità e Lavoro: Un Difficile Equilibrio

Una donna su cinque esce dal mercato del lavoro dopo la maternità, indicando la difficoltà di conciliare famiglia e carriera. Le ragioni principali di questa scelta sono la necessità di conciliazione (52%) e fattori economici (19%).

Istruzione: Un Fattore Protettivo

L’istruzione si rivela un importante fattore protettivo per l’occupazione femminile. Donne con un’istruzione superiore tendono a mantenere il loro lavoro anche dopo essere diventate madri, riducendo la differenza occupazionale tra madri e non madri.

Il Divario Retributivo di Genere

Nonostante un livello di istruzione elevato, persiste un marcato divario retributivo di genere. Secondo Eurostat, il gap retributivo medio in Italia è del 5%, ma il divario complessivo raggiunge il 43%, superiore alla media europea.

Occupazione Precaria e Part-Time

La bassa partecipazione femminile nel lavoro è influenzata da vari fattori, tra cui l’occupazione precaria, settori a bassa remuneratività, e una netta prevalenza di lavoro part-time tra le donne.

Criticità nei Servizi di Supporto

La carenza di servizi di supporto, come l’assistenza all’infanzia, aggrava la situazione. Nonostante un aumento dei posti nei nidi dopo la pandemia, molte richieste restano insoddisfatte, specialmente nel Mezzogiorno, penalizzando maggiormente le famiglie più povere. Questo quadro richiede un intervento urgente per migliorare l’accesso e la qualità del lavoro per le donne in Italia.

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