Il testamento di Berlusconi
6 Lug 2023 - Italia
Silvio Berlusconi ha lasciato un testamento composto da tre documenti, due redatti dal notaio Arrigo Roveda e uno consegnato dalla sua compagna Marta Fascina il giorno dopo la sua scomparsa. Il contenuto del testamento è stato reso noto agli eredi e alla stampa, suscitando curiosità e polemiche.
Il testamento del 2006
Il primo documento è un testamento olografo datato ottobre 2006, in cui Berlusconi stabilisce di lasciare la quota disponibile del suo patrimonio (un terzo) in parti uguali ai suoi due figli maggiori, Marina e Pier Silvio, conferendogli il controllo di Fininvest, la holding di famiglia che possiede tra l’altro Mediaset, Mondadori e Mediolanum12. Gli altri tre figli nati dal matrimonio con Veronica Lario, Barbara, Eleonora e Luigi, si dividono invece il resto del patrimonio in proporzione 60/40. Il documento è stato integrato nel 2020 con una donazione di 100 milioni di euro in favore del fratello Paolo Berlusconi.
Il secondo documento
Il secondo documento è un altro testamento olografo scritto il 19 gennaio 2022, quando Berlusconi era ricoverato al San Raffaele per una polmonite da Covid-19. In un foglio di carta intestata e contenuto in una busta non sigillata, Berlusconi si rivolge ai suoi quattro figli (manca il nome di Luigi, probabilmente per una dimenticanza) e chiede loro di destinare parte delle loro eredità a tre persone a lui care: Marta Fascina, la sua ultima compagna, a cui lascia 100 milioni di euro e alcune case; Marcello Dell’Utri, il suo storico braccio destro condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, a cui lascia 30 milioni di euro; e ancora al fratello Paolo, a cui lascia altri 100 milioni di euro. Il documento è stato consegnato al notaio da Marta Fascina il 6 luglio 2023.
Il verbale redatto dal notaio
Il terzo documento è un verbale redatto dal notaio Roveda il giorno stesso della consegna della busta da parte di Marta Fascina. Il notaio attesta di aver ricevuto il testamento olografo del 2022 e di averlo pubblicato agli atti.
Il testamento di Berlusconi ha sollevato alcune questioni e misteri. Innanzitutto, perché il Cavaliere scrisse il suo testamento nel 2006 ma la marca da bollo è del 2023? Secondo Fanpage.it, si tratterebbe di una prassi legale per evitare che il documento fosse impugnato dai figli minori o da altri eventuali eredi. Inoltre, perché Berlusconi non ha dato una forma più formale alle sue ultime volontà espresse nel 2022? Forse perché era convinto di poter guarire o perché voleva mantenere una certa discrezionalità.
Il destino delle aziende
Un altro interrogativo riguarda il destino delle aziende di Berlusconi. Se i figli seguiranno le disposizioni testamentarie, Marina e Pier Silvio avranno la maggioranza di Fininvest e quindi delle società controllate. Tuttavia, per le decisioni importanti sarà richiesta l’unanimità dei voti all’interno delle holding, il che potrebbe creare dei contrasti tra i fratelli. Inoltre, ci sono degli interessamenti da parte di altri imprenditori per acquisire alcune delle attività berlusconiane, come Urbano Cairo per Mediaset. I figli riusciranno a difendere il patrimonio di famiglia o saranno costretti a cedere a delle offerte allettanti?
Luigi Berlusconi
Infine, c’è il caso di Luigi, l’ultimogenito di Berlusconi, che non è citato nel testamento del 2022. Si tratta di un semplice errore o di una volontà deliberata? Secondo alcuni, Luigi avrebbe avuto dei dissidi con il padre per le sue scelte politiche e personali, come il suo orientamento sessuale e la sua relazione con il modello Andrea Dioguardi. Altri, invece, ritengono che si sia trattato di una svista e che Luigi sia comunque incluso tra gli eredi legittimi.
Il testamento di Berlusconi ha fatto emergere le luci e le ombre della sua vita privata e pubblica, tra affetti, interessi e controversie. Ora spetta ai suoi eredi gestire al meglio il suo lascito, sia materiale che immateriale.