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Il vertice per la pace in Medio Oriente si conclude senza dichiarazione finale

21 Ott 2023 - Mondo

Il vertice per la pace in Medio Oriente si conclude senza dichiarazione finale

Il Vertice per la Pace in Medio Oriente, convocato con l’obiettivo di costruire un consenso internazionale in un contesto di crescente tensione tra Israele e la Striscia di Gaza, si è concluso senza una dichiarazione finale. La mancanza di un accordo unanime tra i partecipanti non è stata una sorpresa, considerando le profonde divergenze di posizione tra le parti coinvolte.

Disaccordi tra Paesi arabi e rappresentanti occidentali

Secondo quanto riportato da SkyNews Arabia, i principali ostacoli alla formulazione di una dichiarazione finale sono emersi dai disaccordi tra il gruppo dei Paesi arabi e i rappresentanti occidentali. Gli Stati arabi hanno sostenuto che gli occidentali volevano limitare la dichiarazione a una semplice condanna del movimento di Hamas, senza includere alcuna condanna per le azioni di Israele a Gaza. Inoltre, gli occidentali avrebbero rifiutato di richiedere un immediato cessate il fuoco e l’accesso di aiuti umanitari nella Striscia assediata. Queste divergenze hanno reso difficile raggiungere un consenso tra le parti.

Partecipanti e assenti di rilievo

Il vertice ha visto la partecipazione di leader e ministri degli Esteri di una ventina di Paesi, tra cui l’Italia rappresentata da Giorgia Meloni. Tuttavia, tre attori chiave in questa crisi – Israele, gli Stati Uniti e l’Iran, che è considerato il principale sostenitore di gruppi come Hamas, Hezbollah e gli Houthi – sono stati assenti. Queste assenze cruciali riflettono l’attuale complessità del conflitto in corso.

Tra i partecipanti di rilievo al vertice figuravano il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il re Abdullah di Giordania, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il re del Bahrein Hamad bin Isa al Khalifa. Dalla parte russa, era prevista la partecipazione dell’inviato per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov.

Anche diversi leader europei erano presenti, tra cui il premier spagnolo Pedro Sanchez, che presiedeva il turno di presidenza dell’Unione europea. Francia, Germania e Regno Unito erano rappresentati dai loro ministri degli Esteri, mentre il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nikos Christodoulides partecipavano al vertice. Inoltre, l’Unione europea era rappresentata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dall’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell.

Obiettivi del vertice

Il vertice, convocato dall’Egitto, aveva l’obiettivo di avviare urgenti discussioni per una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinese, basata sulla visione dei due Stati viventi fianco a fianco. La dichiarazione della presidenza egiziana sottolineava l’importanza di costruire un consenso internazionale che superasse le differenze culturali, religiose e politiche, ponendo l’accento sui valori umani e sulla necessità di porre fine alla violenza, al terrorismo e agli omicidi illegali. Si sottolineava inoltre l’urgente bisogno di porre fine al conflitto in corso, responsabile della perdita di vite innocenti sia tra la popolazione palestinese che israeliana, e del rispetto del diritto internazionale e delle leggi umanitarie.

Priorità: gli aiuti umanitari per Gaza

La dichiarazione finale non faceva riferimento esplicito agli attacchi di Hamas, ma evidenziava una “escalation che ha provocato migliaia di vittime innocenti dallo scoppio del conflitto armato il 7 ottobre”. Infine, veniva sottolineata l’importanza di garantire un flusso continuo di aiuti umanitari e la consegna ai destinatari giusti nella Striscia di Gaza, ribadendo l’impegno dell’Egitto per i diritti dei palestinesi e la ricerca di una soluzione pacifica basata sulla coesistenza dei due Stati.

In questo contesto di tensione e complessità, la mancanza di una dichiarazione finale al vertice riflette le difficoltà nel raggiungere un accordo tra le diverse parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese. La situazione rimane estremamente delicata, e la comunità internazionale dovrà continuare a sforzarsi per promuovere una soluzione pacifica e il rispetto dei diritti umani in questa regione turbolenta del Medio Oriente.

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