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Il voto degli spagnoli all’estero: un nuovo fattore nelle elezioni politiche

28 Lug 2023 - Europa

Il voto degli spagnoli all’estero: un nuovo fattore nelle elezioni politiche

Mentre i negoziati tra il Partito polare (Pp) e il Partito socialista (Psoe) continuano a ritmo serrato in vista di possibili alleanze di governo, l’attenzione si concentra sul voto degli spagnoli all’estero, il cui esito, tutt’altro che scontato, sarà reso noto oggi. La grande novità di questa tornata elettorale riguarda i circa due milioni e mezzo di elettori spagnoli residenti all’estero che, per la prima volta, hanno potuto esprimere il loro voto senza il cosiddetto “voto implorato” (il ‘voto rogado’), ovvero senza l’obbligo di richiedere la possibilità di votare prima di essere autorizzati a farlo.

La riforma elettorale, entrata in vigore a febbraio 2023, prevede che tutti i cittadini spagnoli registrati nei consolati come residenti temporanei (Erta) o permanenti (Cera) ricevano automaticamente la documentazione e le istruzioni per poter votare. Questo può avvenire recandosi direttamente al loro consolato oppure inviando per posta il loro voto, senza dover essere preliminarmente abilitati.

“Questa è la prima elezione generale senza il ‘voto rogado’, cioè senza pre-autorizzazione, e ci si aspetta un sostanziale aumento della partecipazione degli spagnoli all’estero”, ha spiegato all’AGI Carlos Maldonado Valcarcel, Console generale di Spagna a Napoli.

Interrogato su come la riforma potrebbe influenzare queste elezioni politiche straordinariamente contese, il console ha ricordato che, negli anni passati, la complessità della procedura di voto aveva tenuto gran parte dei residenti all’estero lontano dalle urne. Di conseguenza, “il voto all’estero aveva sempre avuto un impatto marginale per via della scarsa partecipazione degli aventi diritto” (i cittadini iscritti all’equivalente della nostra Aire).

“Con la riforma, il voto all’estero può per la prima volta influire e cambiare la situazione” consegnata dalle urne spagnole il 23 luglio. Una situazione in cui nessuno dei principali contendenti – il blocco di centrodestra Pp-Vox e di centrosinistra, Psoe-Sumar – ha ottenuto una chiara maggioranza in parlamento per poter formare un governo.

I riflettori, in particolare, si sono accesi sulle poche circoscrizioni dove il testa a testa tra i due blocchi sarà deciso da una manciata di voti, “che potrebbero passare all’ultimo dai socialisti ai popolari o dai popolari ai socialisti”, ha chiarito Madonado Valcarcel.

Anche se in bilico sono solo quattro circoscrizioni al massimo, in questa delicata fase negoziale il passaggio anche solo di un seggio da un partito all’altro può modificare i rapporti di forza e fare la differenza. Dal suo osservatorio, il console Maldonado Valcarcel non ha registrato balzi decisivi in termini di partecipazione al voto che nella città partenopea si è fermato al 16% degli aventi diritto.

Nella capitale, invece, la partecipazione – secondo quanto si apprende – è aumentata a circa il 20% e questo è già un dato “interessante” per gli addetti ai lavori. L’edizione europea della testata Politico sottolinea come “il voto degli stranieri non abbia mai cambiato drasticamente l’esito di un’elezione spagnola”.

Tuttavia, “in questo particolare parlamento anche l’alterazione di uno o due seggi potrebbe fare la differenza”. Gli spagnoli all’estero, storicamente irrilevanti, rischiano di diventare il vero “eXpat Factor” di questa consultazione.

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