Israele attende la restituzione dei corpi di quattro ostaggi da Hamas
20 Feb 2025 - Medio Oriente
Oggi a Khan Younis la Croce Rossa riceverà le salme di Shiri Bibas, dei suoi due figli Ariel e Kfir e di Oded Lifshitz. Hamas sostiene siano morti sotto i bombardamenti israeliani. Netanyahu: "Giornata di dolore", ma l’opinione pubblica resta divisa.

Oggi, giovedì 20 febbraio 2025, Hamas dovrebbe consegnare alla Croce Rossa i corpi di quattro ostaggi israeliani uccisi a Gaza: Shiri Silberman Bibas, i suoi due figli Ariel e Kfir e Oded Lifshitz. La consegna è prevista nel sud della Striscia, a Khan Younis, ma le forze israeliane hanno già avvertito che potrebbero verificarsi ritardi.
Una tragedia simbolo del conflitto
La famiglia Bibas è diventata uno dei simboli più noti della crisi iniziata il 7 ottobre. Shiri e i suoi due bambini erano stati rapiti dalla loro casa nel kibbutz di Nir Oz durante l’attacco di Hamas. Il piccolo Kfir, che aveva solo nove mesi, è stato il più giovane ostaggio del conflitto.
Hamas sostiene che la madre e i figli siano morti a causa di un bombardamento israeliano, un’accusa che si inserisce in un quadro di devastazione generale in cui le responsabilità si sovrappongono. Dopo mesi di incertezza sul loro destino, oggi Israele riceverà i loro corpi, un evento che si preannuncia carico di dolore e polemiche.
Le dichiarazioni di Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato la notizia definendola “un giorno di profondo dolore per la nazione”, aggiungendo che “il cuore di tutti è lacerato”. Le sue parole, però, arrivano in un contesto in cui l’opinione pubblica internazionale guarda con crescente sgomento anche alla risposta militare israeliana a Gaza.
L’offensiva lanciata dopo il 7 ottobre ha causato migliaia di morti tra i palestinesi, con accuse sempre più forti di crimini di guerra e un isolamento diplomatico che sta mettendo a dura prova Tel Aviv. Se il massacro dei civili israeliani ha scatenato un’ondata di indignazione, la devastazione di Gaza e le difficoltà per gli aiuti umanitari stanno alimentando un sentimento di condanna globale.
La trattativa sugli ostaggi e il peso della guerra
Nel frattempo, si attende per sabato 22 febbraio la liberazione di sei ostaggi israeliani ancora vivi, secondo l’accordo in corso tra Israele e Hamas. Hamas ha dichiarato di essere disposto a rilasciare in un’unica fase tutti gli ostaggi ancora in suo possesso, ma non ha fornito dettagli sui numeri esatti.
La trattativa si inserisce in un quadro più ampio, in cui il valore simbolico degli ostaggi viene sfruttato da entrambe le parti: da un lato, Hamas li usa come leva per ottenere concessioni, dall’altro Israele cerca di dimostrare che nessun prigioniero sarà dimenticato, anche se il prezzo da pagare si è rivelato altissimo per la popolazione di Gaza.
Un conflitto senza via d’uscita?
Se da un lato la restituzione dei corpi dei Bibas chiude una tragica parentesi, dall’altro lascia aperte molte domande sulla gestione di questa guerra e sulle sue conseguenze umanitarie. La linea dura di Netanyahu ha rafforzato il sostegno interno tra alcuni settori della società israeliana, ma ha anche portato il paese in una crisi diplomatica senza precedenti, con proteste in tutto il mondo contro le operazioni a Gaza.
La giornata di oggi segna un nuovo capitolo in una guerra che sembra sempre più priva di vincitori.