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Israele circonda Gaza e si apre il fronte a nord contro Hezbollah

2 Nov 2023 - Geopolitica

Israele circonda Gaza e si apre il fronte a nord contro Hezbollah

Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno intensificato le loro operazioni militari, entrando in profondità nel cuore di Gaza City e stabilendo un assedio da molteplici direzioni. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato ai media locali: “Siamo al culmine della battaglia. Abbiamo ottenuto successi impressionanti e abbiamo superato la periferia di Gaza City. Stiamo avanzando.”

Queste parole risuonano con la fermezza di un leader convinto della vittoria, benché le IDF abbiano comunque subito perdite significative anche se non ai livelli della popolazione palestinese di Gaza. La determinazione di Netanyahu non vacilla: “nulla ci fermerà” proclama, evidenziando un impegno incondizionato verso gli obiettivi di guerra delineati dallo Stato ebraico.

In parallelo, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, ha delineato l’attuale fase delle operazioni come significativa, con truppe posizionate nel nucleo nord di Gaza. L’intervento a Gaza City è descritto come un’operazione complessa e meticolosa, che avviene in un’area urbana densa, richiedendo un alto livello di professionalità e coraggio. La combinazione di intelligence sofisticata e supporto aereo e navale sta rendendo le azioni delle truppe israeliane particolarmente efficaci, nonostante i combattimenti ravvicinati.

L’ammissione di Halevi su un “prezzo doloroso e difficile” della guerra non attenua il senso del dovere che pervade l’esercito israeliano. La morte di 18 soldati israeliani viene incorniciata come un sacrificio necessario nel perseguimento dell’obbligo morale e militare di recuperare ogni ostaggio detenuto da Hamas e altri gruppi nella Striscia di Gaza.

Il quotidiano ‘Ha’aretz’ ha riportato che le IDF stanno conducendo operazioni con meno della metà della loro capacità aerea potenziale disponibile nella Striscia e restano pronte ad estendere il loro raggio d’azione a ulteriori fronti se necessario.

Dal canto suo, l’esercito israeliano non ha rallentato l’intensità dei suoi attacchi, avendo colpito oltre 12mila obiettivi all’interno della Striscia, mirando a depositi di armi, abitazioni di leader di Hamas e arsenali di razzi. Il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, ha sottolineato l’intensificazione delle operazioni rispetto al giorno precedente.

In un contesto già teso, si aggiungono preoccupazioni geopolitiche più ampie: secondo fonti citate dal Wall Street Journal, il gruppo paramilitare Wagner potrebbe fornire a Hezbollah un sistema antiaereo SA-22. Queste informazioni alludono a un potenziale aumento di complessità nel teatro di guerra, poiché il SA-22 è in grado di intercettare aerei con missili e armi di difesa. Non è la prima volta che Hezbollah viene menzionato in relazione a tale tecnologia; nel 2015, il primo ministro Netanyahu denunciò alle Nazioni Unite il contrabbando di tali sistemi da parte dell’Iran in Libano attraverso la Siria.

Questo possibile sviluppo solleva interrogativi sulla dinamica del potere in Medio Oriente e sul possibile coinvolgimento di altri attori regionali nel conflitto israelo-palestinese. Le tensioni nella regione potrebbero intensificarsi se queste forniture di sistemi avanzati diventassero una realtà, modificando l’equilibrio militare e influenzando la strategia di difesa israeliana.

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