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Kennedy Jr. alla sanità USA: paura tra i provax

15 Nov 2024 - USA

La nomina di Robert Kennedy Jr., noto per le sue posizioni antivacciniste, divide l’opinione pubblica. Gli esperti temono un duro colpo alla fiducia nella scienza e alla ricerca medica.

Kennedy Jr. alla sanità USA: paura tra i provax

Robert Kennedy Jr. alla guida della sanità USA: una svolta che divide

La nomina di Robert F. Kennedy Jr. come Segretario alla Salute negli Stati Uniti, annunciata da Donald Trump, ha scatenato reazioni contrastanti. Kennedy, noto per le sue posizioni critiche verso i vaccini e per la sua apertura a visioni alternative della medicina, rappresenta una scelta inedita e controversa. Se da un lato i suoi sostenitori vedono in lui un promotore di un approccio sanitario più libero da interessi delle grandi aziende farmaceutiche, dall’altro i critici temono una svolta che potrebbe mettere a rischio conquiste scientifiche fondamentali.

Le idee di Kennedy Jr. sulla sanità

Robert Kennedy Jr., erede della celebre dinastia politica, è una figura di spicco nel movimento antivaccinista. Durante la pandemia, ha sollevato dubbi sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini, accendendo il dibattito pubblico. Tra le sue convinzioni più discusse vi è l’idea di promuovere cure naturali e omeopatia in alternativa alla medicina tradizionale, oltre a una generale sfiducia nei confronti della ricerca scientifica standard e delle riviste indicizzate.

Secondo Kennedy, le politiche sanitarie dovrebbero essere riformate per dare maggiore spazio a cure personalizzate e alternative, una visione che rompe con le pratiche consolidate nella sanità americana. Tra i suoi obiettivi dichiarati vi è anche la revisione delle linee guida sui vaccini, ritenuti da lui una questione prioritaria.

Le paure degli esperti

La nomina di Kennedy Jr. non è stata accolta positivamente da una parte rilevante della comunità scientifica. Roberto Burioni, virologo italiano, ha definito questa scelta un “cambiamento preoccupante”, sottolineando come Kennedy rappresenti una figura lontana dai principi della medicina basata sull’evidenza. Anche Matteo Bassetti, infettivologo, ha espresso forte preoccupazione per le sue posizioni definite “antiscientifiche” e “dannose” per la ricerca medica: “Saranno anni bui per la scienza negli Stati Uniti”, ha dichiarato.

Alcuni esperti, come Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe, hanno ricordato come Kennedy abbia sostenuto teorie infondate, tra cui l’idea che i vaccini causino autismo o che l’HIV non sia responsabile dell’AIDS. “Una visione così lontana dalla scienza rischia di far arretrare le conquiste della medicina moderna”, ha commentato.

Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, ha invece sottolineato le possibili conseguenze negative per la ricerca americana, storicamente leader mondiale in innovazione. “Se le sue idee si tradurranno in politiche concrete, la ricerca sui vaccini – che oggi vanno ben oltre la prevenzione delle malattie infettive, fino a includere trattamenti per tumori e allergie – potrebbe subire un brusco rallentamento”, ha spiegato.

Un futuro incerto per la sanità americana

Mentre i sostenitori di Kennedy Jr. vedono in lui un innovatore, pronto a sfidare l’establishment sanitario, i critici temono che le sue convinzioni possano compromettere la fiducia nei vaccini e rallentare il progresso della ricerca scientifica. Le preoccupazioni non si limitano agli Stati Uniti: molti osservatori ritengono che un cambio di rotta così radicale potrebbe avere ripercussioni globali, influenzando negativamente le campagne di vaccinazione e la lotta a malattie emergenti.

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