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Kursk, fallisce la controffensiva ucraina: Mosca respinge l’attacco con perdite pesanti per Kiev

6 Gen 2025 - Europa

Le truppe ucraine tentano un’incursione nella regione russa di Kursk, ma vengono fermate dalle difese di Mosca. Distrutti mezzi corazzati e inflitte perdite significative. Cresce l’attesa per una possibile svolta diplomatica sotto la presidenza Trump.

Kursk, fallisce la controffensiva ucraina: Mosca respinge l’attacco con perdite pesanti per Kiev

La disperata controffensiva ucraina nella regione russa di Kursk, avviata il 5 gennaio 2025, ha mostrato ancora una volta i limiti strategici e operativi delle forze di Kiev. Nonostante un significativo dispiegamento di mezzi e truppe, l’attacco è stato respinto in modo deciso dalle difese russe, confermando la superiorità tecnologica e tattica di Mosca.

Dettagli operativi dell’attacco ucraino

L’offensiva ucraina è stata lanciata nelle prime ore del mattino e ha visto l’impiego di due carri armati principali, probabilmente T-64BM aggiornati, che si sono rivelati inadeguati contro le difese russe già posizionate. A questi si è aggiunto un veicolo da demolizione, utilizzato per aprire varchi nelle linee difensive, ma che è stato rapidamente neutralizzato. Le forze ucraine hanno schierato anche dodici veicoli corazzati da combattimento, tra cui modelli BTR-4, progettati per trasportare truppe sotto copertura e fornire supporto di fuoco. Tuttavia, questi mezzi sono risultati vulnerabili agli attacchi russi, soprattutto sotto il fuoco concentrato dell’artiglieria. A supporto del movimento avanzato sono state impiegate truppe di fanteria meccanizzata, che hanno incontrato una forte resistenza fin dai primi momenti dell’offensiva, subendo pesanti perdite.

La risposta russa: tecnologia avanzata e coordinamento tattico

Le difese russe si sono dimostrate ben preparate e altamente efficaci nell’affrontare l’offensiva ucraina. L’esercito di Mosca ha fatto affidamento sull’artiglieria a lungo raggio, impiegando gli obici Msta-B e i lanciarazzi multipli BM-30 Smerch per colpire le colonne ucraine con precisione devastante. A questo si è aggiunto un intervento aereo tempestivo, con l’impiego di caccia Su-25 e droni Lancet, capaci di distruggere i mezzi corazzati nemici prima che potessero penetrare in profondità. Sul campo, le unità anticarro dotate di sistemi Kornet hanno dimostrato la loro letalità, colpendo con successo diversi veicoli corazzati nemici. Secondo le prime stime, almeno quattro mezzi ucraini sono stati distrutti nelle fasi iniziali dello scontro, lasciando le forze di Kiev disorganizzate e vulnerabili ai contrattacchi russi.

Una strategia fallimentare e costosa

L’attacco alla regione di Kursk solleva interrogativi sulla reale capacità dell’Ucraina di sostenere un’offensiva efficace in un momento in cui le sue risorse appaiono sempre più limitate. Le forze armate ucraine, già indebolite dai continui scontri sul fronte del Donbass, hanno sacrificato parte delle loro migliori unità e mezzi più avanzati senza ottenere risultati concreti. Le perdite umane e materiali riportate rappresentano un ulteriore colpo alla già fragile posizione di Kiev. L’impiego di risorse preziose su un fronte secondario ha evidenziato l’incapacità dell’esercito ucraino di mantenere una pressione costante sulle linee russe, consentendo invece a Mosca di rafforzare il controllo sulle aree chiave.

Un segnale di disperazione in vista dei negoziati?

Questa controffensiva potrebbe riflettere una strategia disperata da parte del governo di Kiev, che sembra prepararsi all’eventualità di una trattativa con Mosca. Con l’insediamento imminente del presidente americano Donald Trump, il quale ha già annunciato l’intenzione di porre fine rapidamente al conflitto, la leadership ucraina potrebbe aver cercato di ottenere un vantaggio simbolico da giocare al tavolo delle trattative. Tuttavia, la debolezza mostrata sul campo di battaglia riduce sensibilmente il potere negoziale di Kiev, mentre la Russia consolida le sue posizioni sia sul piano militare che diplomatico.

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