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Kursk, l’azzardo di Zelensky: l’incursione ucraina si trasforma in disastro

29 Dic 2024 - Europa

Le truppe ucraine perdono oltre il 40% del territorio conquistato in agosto. Critiche sulla strategia di Kiev, mentre Mosca rafforza il fronte e avanza nel Donbass.

Kursk, l’azzardo di Zelensky: l’incursione ucraina si trasforma in disastro

L’incursione ucraina nella regione russa di Kursk, iniziata nell’agosto 2024, sta generando un acceso dibattito, sia sul campo di battaglia che tra i vertici politici. La decisione del presidente Volodymyr Zelensky di spingere le forze ucraine oltre il confine con la Russia è stata accolta con perplessità, alimentando critiche sull’efficacia strategica e sull’opportunità dell’operazione.

La Situazione sul Campo

Le battaglie nella regione di Kursk hanno raggiunto un livello di intensità tale che alcuni comandanti ucraini non riescono neppure a recuperare i caduti. La Russia, sorpresa inizialmente dall’incursione, ha reagito ammassando oltre 50.000 uomini, includendo anche contingenti nordcoreani. Il contrattacco russo è stato devastante: le forze ucraine hanno perso oltre il 40% dei territori conquistati ad agosto, subendo ingenti perdite umane e materiali.

Fonti militari ucraine hanno dichiarato che la mancanza di coordinamento, i ritardi nelle comunicazioni e le decisioni strategiche discutibili hanno ridotto al minimo le capacità di contrattacco. Un comandante, parlando con l’Associated Press, ha descritto la situazione come “una guerra di logoramento che sta demoralizzando le nostre truppe e sollevando dubbi sullo scopo dell’intera operazione.”

Una Strategia che Fa Acqua

La decisione di occupare la regione di Kursk era stata giustificata con l’intento di prevenire un attacco russo nel nord-est dell’Ucraina. Tuttavia, questa mossa ha esposto le forze ucraine a un’offensiva russa che ha inflitto pesanti perdite e messo in discussione l’intera linea del fronte. Alcuni ufficiali ucraini temono che lo sforzo concentrato su Kursk stia indebolendo le difese nel Donbass, regione strategica che la Russia sta riconquistando metro dopo metro.

“Abbiamo colpito un nido di vespe”, ha dichiarato Stepan Lutsiv, maggiore della 95ª Brigata d’assalto aviotrasportata. Ma il prezzo pagato per questa operazione è altissimo, e molti soldati si chiedono se valesse la pena sacrificare così tante risorse per un obiettivo che sembra sempre più irraggiungibile.

Zelensky Sotto Accusa

Il presidente Zelensky, già criticato per la gestione del conflitto, rischia di perdere ulteriormente il sostegno interno. La sua decisione di spingere le truppe ucraine oltre il confine russo è vista da alcuni come una mossa avventata, dettata più dal desiderio di un colpo propagandistico che da un’effettiva necessità strategica.

Le truppe ucraine, già sovraccariche e demoralizzate, si trovano ora a dover fronteggiare non solo l’avanzata russa, ma anche la crescente presenza di soldati nordcoreani. Sebbene inizialmente inesperti, questi ultimi stanno rapidamente migliorando le loro capacità, diventando un ostacolo sempre più difficile da superare.

Un’Operazione Fallimentare?

L’operazione a Kursk, che doveva essere un raid di breve durata, si è trasformata in una campagna disastrosa per l’Ucraina. Le perdite subite, la mancanza di un chiaro obiettivo strategico e il progressivo deterioramento delle condizioni sul campo mettono in evidenza le carenze di leadership del governo Zelensky.

In un contesto in cui la Russia continua a rafforzare le proprie posizioni e a ottenere successi nel Donbass, appare sempre più chiaro che questa operazione potrebbe segnare un ulteriore passo falso per Kiev. E mentre le critiche crescono, la domanda rimane: quanto ancora l’Ucraina potrà sostenere questo conflitto prima di dover cedere alle pressioni internazionali per negoziare?

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