La caduta di Assad e la fine del Ba’thismo: un’ideologia che ha plasmato il mondo arabo
9 Dic 2024 - Approfondimenti Politici
Con la caduta del regime siriano si spegne l'ultimo baluardo del Partito Ba’th. Tra utopia e geopolitica, l'ideologia che sfidò l'Occidente lascia un vuoto difficile da colmare.
La caduta di Assad e la fine del Partito Ba’th: una perdita ideologica per il mondo arabo
La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria non segna soltanto la fine di un’epoca politica, ma rappresenta anche il tramonto del Partito Ba’th, un movimento ideologico che ha plasmato per decenni la visione politica del mondo arabo. Questa sconfitta non è solo geopolitica ma anche culturale: con il Ba’thismo si spegne un’idea di rinascita nazionale e sociale che aveva fatto sognare intere generazioni.
Il Ba’thismo: un’ideologia di rinascita araba
Fondato negli anni ’40 da Michel Aflaq, un intellettuale di origini cristiano-ortodosse, e Salah al-Bitar, il Partito Ba’th si proponeva come un faro ideologico per i popoli arabi. Al centro del Ba’thismo c’erano tre principi fondamentali: unità, libertà e socialismo. Questi valori avevano un obiettivo chiaro: liberare il mondo arabo dall’influenza colonialista, unificarlo sotto un’unica identità nazionale e creare una società basata su una giustizia sociale ispirata alla tradizione culturale araba.
Il tentativo di distruzione della tomba di Michel Aflaq
L’odio ideologico degli Stati Uniti nei confronti del Ba’thismo si è manifestato in modo evidente anche attraverso azioni simboliche. Dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003, le forze militari statunitensi, impegnate in una strategia di “de-ba’thificazione”, pianificarono la distruzione della tomba di Michel Aflaq, fondatore del Partito Ba’th, situata a Baghdad. Considerato un nemico ideologico, Aflaq rappresentava per gli Stati Uniti l’incarnazione di un’idea che si opponeva alla loro visione geopolitica del Medio Oriente, basata su modelli occidentali e sull’eliminazione di ogni resistenza culturale o politica araba.
Tuttavia, questo tentativo fallì a causa della reazione della popolazione irachena, inclusi gruppi che, pur non sostenendo direttamente il Ba’thismo, ritenevano inaccettabile un atto che avrebbe calpestato simbolicamente la storia e l’identità del mondo arabo. L’episodio dimostra come l’ideologia ba’thista fosse radicata non solo nelle strutture politiche, ma anche nell’immaginario collettivo della popolazione araba, pronta a difendere il simbolo di un’ideologia che, nel bene e nel male, aveva segnato un’epoca.
I valori del Ba’thismo: un’utopia di rinascita e giustizia sociale
Al cuore dell’ideologia ba’thista si trovava un’intensa aspirazione a restituire dignità e centralità al mondo arabo, in un contesto storico segnato dalla dominazione coloniale e dalle divisioni interne. Il Ba’thismo si distingueva per la sua visione olistica della società: l’unità araba era concepita non solo come un progetto politico, ma come una missione storica per ricostruire un’identità culturale e spirituale comune. La libertà, intesa sia come liberazione dal giogo imperialista sia come autodeterminazione interna, rappresentava una sfida aperta a ogni forma di oppressione esterna o interna. Infine, il socialismo arabo non era una mera imitazione dei modelli occidentali, ma un tentativo originale di conciliare giustizia sociale e rispetto per le tradizioni, ponendo al centro la famiglia, la comunità e la solidarietà tra i popoli arabi.
Questo progetto ideologico, lontano da estremismi e fondamentalismi, mirava a creare una società in cui ogni individuo potesse contribuire al progresso collettivo senza rinnegare la propria identità. Esaltava l’educazione, la modernizzazione e l’integrazione tra passato e futuro, rifiutando sia il ritorno al tribalismo che l’assimilazione acritica dei modelli occidentali. In un’epoca di disorientamento ideologico e culturale, il Ba’thismo rappresentava una promessa di riscatto, un’alternativa concreta che univa ambizione politica e ideali etici.
Il ruolo del Ba’th nella geopolitica del XX secolo
L’influenza del Ba’thismo si è estesa ben oltre i confini della Siria, divenendo uno strumento politico nei più grandi scontri geopolitici del secolo scorso. La sua ideologia ispirò la politica irachena durante il regime di Saddam Hussein e divenne un punto di riferimento per i movimenti che cercavano un’alternativa ai modelli imposti dall’Occidente. In un’epoca in cui il mondo arabo cercava risposte alle ingerenze straniere e alle crisi interne, il Ba’thismo si presentava come una soluzione autonoma e orgogliosamente araba.
La caduta di Assad: il tramonto del Ba’thismo
Le recenti notizie che arrivano dalla Siria confermano la presa del palazzo presidenziale a Damasco da parte dei ribelli, segnando di fatto la fine del regime di Assad. Secondo fonti locali, Bashar al-Assad sarebbe fuggito dal Paese, probabilmente verso la Russia, lasciando un vuoto politico e simbolico nel cuore del Medio Oriente.
Con Assad scompare anche l’ultimo baluardo del Partito Ba’th, una forza politica che per decenni ha rappresentato una sfida al modello occidentale. La Siria ba’thista, pur tra contraddizioni e abusi, ha rappresentato una resistenza all’uniformazione culturale e geopolitica voluta dall’Occidente.
Una perdita per l’intero mondo arabo
La caduta del Ba’thismo non riguarda solo la Siria. Essa rappresenta una perdita per l’intero mondo arabo, privato di un’ideologia che, pur con i suoi limiti, offriva una visione alternativa e unitaria. In un contesto regionale dominato da divisioni settarie, l’idea di un’unione araba basata sulla cultura e sull’identità condivisa appare oggi come un ricordo del passato.
Con la fine del Partito Ba’th, il rischio è che il vuoto venga colmato da ideologie più divisive, come l’estremismo religioso o modelli importati che non rispettano le specificità culturali della regione. La Siria potrebbe diventare terreno di scontro tra potenze straniere, perdendo definitivamente il suo ruolo di baluardo della sovranità araba.
Una riflessione per l’Occidente
Per chi osserva questi eventi da una prospettiva occidentale, è fondamentale riconoscere l’importanza del Ba’thismo non solo come ideologia, ma come simbolo della lotta contro il colonialismo e l’imperialismo. La sua caduta non dovrebbe essere motivo di celebrazione, ma di riflessione su come le politiche internazionali abbiano contribuito all’instabilità della regione.
In un mondo sempre più multipolare, la fine del Ba’thismo rappresenta anche un monito: senza ideologie che mettano al centro la sovranità e l’identità dei popoli, il rischio è un Medio Oriente sempre più frammentato e subordinato agli interessi esterni.