La Cina ordina all’esercito di prepararsi a un conflitto imminente
21 Ott 2024 - Oriente
Pechino intensifica le esercitazioni militari attorno a Taiwan, mentre Xi Jinping chiede all'esercito di essere pronto per eventuali scontri. Le tensioni internazionali continuano a crescere nell'area del Pacifico.
Cina: Preparativi per una Guerra imminente?
Nelle ultime ore, il presidente Xi Jinping ha ordinato all’esercito di essere pronto per affrontare eventuali conflitti imminenti. Questa dichiarazione coincide con l’intensificarsi delle esercitazioni militari della Cina intorno a Taiwan, con una serie di manovre militari su vasta scala condotte nelle acque del Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan. Le esercitazioni, chiamate “Joint Sword-2024B”, hanno visto l’impiego di 125 velivoli militari e numerose navi da guerra, dimostrando le capacità della Cina di strangolare e bloccare Taiwan in un conflitto ipotetico.
La dichiarazione di Xi Jinping rappresenta un’escalation significativa nella retorica militare della Cina, che ora sembra pronta a rispondere a qualsiasi “provocazione” proveniente da Taiwan o dai suoi alleati occidentali, in particolare gli Stati Uniti. Le recenti esercitazioni militari e la crescente pressione su Taiwan hanno evidenziato la volontà della Cina di mostrare la sua forza, mentre Pechino intensifica i preparativi per un possibile confronto militare.
Aumento della spesa militare
Uno degli indicatori più evidenti della crescente attenzione di Pechino verso il potenziamento delle sue capacità belliche è l’aumento costante della spesa militare. Nel 2023, il budget per la difesa è cresciuto del 7,2%, toccando i 225 miliardi di dollari, il secondo più grande al mondo dopo quello degli Stati Uniti. Questa crescita esponenziale è stata giustificata dal governo cinese come necessaria per garantire la sicurezza nazionale e difendere i propri interessi, soprattutto nelle zone contese del Mar Cinese Meridionale e attorno a Taiwan.
Modernizzazione delle forze armate
Parallelamente all’incremento delle spese, la Cina ha avviato una vasta opera di modernizzazione del proprio esercito. Il presidente Xi Jinping ha più volte ribadito l’importanza di trasformare le Forze Armate Cinesi (PLA) in una forza militare “di livello mondiale” entro il 2035. A tal fine, Pechino ha investito in nuove tecnologie belliche come missili ipersonici, droni avanzati, armi cibernetiche e intelligenza artificiale applicata alla difesa.
Uno degli esempi più significativi di questa modernizzazione è il varo della nuova portaerei cinese “Fujian” nel 2022, considerata una delle più avanzate al mondo. Inoltre, la Cina sta puntando a migliorare le sue capacità di proiezione di forza, espandendo la sua presenza militare all’estero, come dimostra la costruzione di basi militari in Africa e nel Medio Oriente.
Provocazioni a Taiwan
Un altro elemento che alimenta i timori di un conflitto imminente è la sempre più intensa pressione esercitata da Pechino su Taiwan, considerata dalla Cina una provincia ribelle. Negli ultimi anni, si è assistito a un aumento delle incursioni aeree cinesi nello spazio aereo di Taiwan, con centinaia di voli militari registrati solo nel 2023. Queste provocazioni sono viste da molti analisti come un preludio a una possibile invasione dell’isola, che potrebbe scatenare un confronto diretto con gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione.
Le tensioni sono state ulteriormente alimentate dalle esercitazioni militari su larga scala condotte vicino alle coste di Taiwan e dalle dichiarazioni di Xi Jinping, che ha promesso di realizzare “la riunificazione completa della Cina”, anche con l’uso della forza, se necessario.
La diplomazia aggressiva di Pechino
Oltre alla sfera militare, la Cina ha adottato una politica estera più assertiva, nota come “diplomazia dei lupi guerrieri”, caratterizzata da un linguaggio duro e intimidatorio nei confronti di chi mette in discussione i suoi interessi. Questo approccio ha portato a tensioni crescenti con molti Paesi, in particolare con gli Stati Uniti, l’Australia e il Giappone.
Pechino ha rafforzato le sue alleanze con altre potenze autoritarie, come la Russia e l’Iran, creando una sorta di asse geopolitico contro l’Occidente. Queste mosse sono viste da molti osservatori come una preparazione a un mondo sempre più polarizzato, in cui la Cina potrebbe trovarsi a fronteggiare un confronto diretto con le democrazie occidentali.
Il fattore economico
Nonostante i crescenti preparativi militari, va considerato che la Cina si trova ad affrontare una situazione economica interna complessa. La crescita economica del Paese ha subito un rallentamento negli ultimi anni, con segnali preoccupanti di crisi finanziaria nel settore immobiliare e un aumento della disoccupazione giovanile. Questo contesto potrebbe spingere il governo cinese a cercare un diversivo attraverso una crisi internazionale, sfruttando il nazionalismo come strumento per rafforzare il consenso interno.