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La Convocazione del Nunzio Apostolico: Una Mossa di Kiev tra Delusione e Diplomazia

11 Mar 2024 - Europa

In un gesto che sottolinea la profonda frattura tra le parole di pace e la dura realtà del conflitto, l'Ucraina convoca il nunzio apostolico, esprimendo la sua delusione per l'appello alla resa proposto da Papa Francesco.

La Convocazione del Nunzio Apostolico: Una Mossa di Kiev tra Delusione e Diplomazia

La Delusione dell’Ucraina e la Convocazione del Nunzio Apostolico

L’Ucraina ha espresso una marcata delusione per le recenti dichiarazioni di Papa Francesco, invitando il paese in guerra a “avere il coraggio di issare a bandiera bianca e di negoziare” con la Russia. Il nunzio apostolico a Kiev, Visvaldas Kulbokas, è stato convocato per ricevere comunicazione diretta di questa delusione, mettendo in evidenza la contrarietà dell’Ucraina verso l’invito papale di negoziare sotto condizioni percepite come svantaggiose.

La Posizione Europea e la Risposta di Zelensky

La posizione dell’Unione Europea sul conflitto è chiara: la responsabilità della pace ricade sulle spalle di Vladimir Putin. Nonostante ciò, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha replicato energicamente alle parole del Papa, sottolineando che l’Ucraina sta difendendo l’Europa dall’aggressione russa e ribadendo la determinazione del suo popolo a non arrendersi. Le parole di Zelensky evidenziano un rifiuto categorico della nozione di pace proposta dal Papa, associata all’idea di una resa.

La Reazione della Nato e il Sostegno Continuo a Kiev

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha ribadito il sostegno incondizionato dell’organizzazione all’Ucraina, sottolineando che la pace non può essere equiparata alla resa. Le sue parole pongono l’accento sulla necessità di continuare a supportare l’Ucraina per mantenere la sua sovranità e indipendenza, delineando una visione della pace basata sulla resistenza all’aggressione piuttosto che sulla negoziazione da una posizione di svantaggio.

Il Papa e il Dialogo per la Pace

Monsignor Visvaldas Kulbokas ha cercato di contestualizzare le parole di Papa Francesco, sottolineando il desiderio del Pontefice di aprire vie di dialogo per la pace. Tuttavia, l’arcivescovo lituano ha anche messo in luce la difficoltà di interpretare un linguaggio spirituale applicato a una questione politica, rivelando la complessità di comunicare messaggi di pace in contesti di conflitto acuto.

La Posizione del Cremlino e l’Illusione delle Negoziazioni

Il Cremlino ha espresso una comprensione teorica dell’appello del Papa per una soluzione negoziale, ma ha anche evidenziato la riluttanza di Kiev ad avviare trattative. Le parole del portavoce Dmitri Peskov riflettono la narrativa russa che dipinge l’Ucraina come ostile al dialogo, nonostante l’evidente complessità del contesto politico e militare che rende difficile per l’Ucraina considerare negoziazioni senza garanzie di sovranità e sicurezza.

La Difesa dell’Ucraina e le Parole di Zelensky

Zelensky ha enfatizzato la capacità dell’Ucraina di fermare l’avanzata russa, mettendo in risalto non solo il coraggio ma anche l’efficacia delle strategie difensive ucraine. Con oltre 1.000 chilometri di linee difensive stabilite, l’Ucraina dimostra non solo la volontà di difendersi ma anche di prepararsi a una resistenza prolungata, contraddicendo le aspettative di una rapida sottomissione o cedimento.

Le diverse reazioni all’appello del Papa per la pace in Ucraina sottolineano la profondità delle divisioni e delle sfide nel raggiungere una risoluzione del conflitto che sia equa e duratura. Mentre il dialogo rimane un obiettivo lodevole, le condizioni attuali e le percezioni delle parti coinvolte rendono l’avvio di trattative autentiche e fruttuose un obiettivo sfuggente.

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