La Corte Suprema Russa Bandisce il “Movimento Internazionale LGBT” come Organizzazione Estremista
1 Dic 2023 - Russia
In una mossa controversa, la Corte Suprema russa ha dichiarato il “movimento internazionale LGBT” come un’organizzazione estremista, bandendolo effettivamente dal Paese. La decisione, come riportato da Mediazona, è stata presa a seguito di una richiesta del ministero della Giustizia e ha avuto effetto immediato.
Dettagli della Sentenza
L’udienza, tenutasi a porte chiuse, ha visto la presenza esclusiva dei rappresentanti del ministero della Giustizia, mentre i giornalisti sono stati ammessi solo per ascoltare la sentenza. Il giudice Oleg Nefedov ha impiegato quattro ore per esaminare la richiesta, presentata il 17 novembre. La natura vaga del termine “movimento internazionale LGBT” ha suscitato sarcasmo tra alcuni attivisti, che hanno suggerito che il ministero abbia inventato e poi bandito un’organizzazione inesistente.
Reazioni e Critiche
Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di misure repressive adottate dalle autorità russe contro le minoranze sessuali, in nome dei cosiddetti “valori tradizionali”. La Russia ha già introdotto divieti sulla “propaganda gay” e sulla transizione di genere. Il bando attuale implica che qualsiasi affermazione o promozione della parità di diritti per le persone LGBT comporterà conseguenze legali. Attivisti e fonti indipendenti temono un aumento dell’odio e del bullismo contro la comunità LGBT, nonché possibili persecuzioni.
La Difesa del Patriarcato di Mosca
Il Patriarcato di Mosca ha difeso la decisione della Corte Suprema, descrivendola come un’azione di “autodifesa morale della società”. Secondo un portavoce della Chiesa ortodossa russa, il movimento LGBT presenta segni di estremismo poiché minaccia l’idea tradizionale di matrimonio e famiglia.
La Condanna Internazionale
La sentenza è stata criticata a livello internazionale, incluso dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. Turk ha sottolineato che nessuno dovrebbe essere incarcerato per attività a favore dei diritti umani o per la propria identità sessuale o di genere.