La Fed gioca col fuoco: Tassi fermi, ma tagli in arrivo – Wall Street esulta
15 Dic 2023 - Finanza
La Federal Reserve ha nuovamente voltato le spalle ai cittadini americani, mantenendo i tassi di interesse invariati per la terza volta consecutiva, imprigionandoli in un’asfissiante forbice tra il 5,25% e il 5,5%. Questo rappresenta il picco più alto degli ultimi 22 anni, una morsa finanziaria che la banca centrale sembra non avere intenzione di allentare.
Nonostante il livello record, la Federal Reserve non può resistere alla tentazione di seminare ulteriori preoccupazioni, prevedendo la possibilità di ben tre tagli dei tassi nel corso del 2024, accumulando una diminuzione totale di 75 punti base. Il costo del denaro dovrebbe scendere al 4,6% entro la fine del 2024, una notizia che ha fatto felice Wall Street, portando a nuovi record: il Dow Jones ha guadagnato l’1,4%, l’indice S&P l’1,37%, e il Nasdaq l’1,38%.
Nella sua consueta maniera cauta, il presidente della Fed, Jerome Powell, si trattiene dal dichiarare “missione compiuta”, ma ammette che i rialzi dei tassi sono “probabilmente finiti”. Tuttavia, la sua retorica apre la porta a “eventuali nuovi rialzi” qualora l’economia li giustifichi, anche se riconosce che tale eventualità è remota.
Nonostante la crescita economica e un mercato del lavoro robusto, Powell rifiuta di dichiarare vittoria, sottolineando che “l’inflazione si sta riducendo, ma i prezzi non diminuiscono”. L’inflazione è scesa al 3,1% a novembre, ma Powell sostiene che i salari stanno aumentando più velocemente rispetto alla diminuzione dell’inflazione.
La Fed sembra disposta a tagliare i tassi solo in caso di recessione, anche se questa eventualità non è prevista, ma neppure esclusa per il prossimo anno. Il presidente Fed non fornisce un chiaro segnale di quando la Fed potrebbe agire, ma sembra dipendere da un’ipotetica recessione. Secondo le nuove stime, l’inflazione “core” dovrebbe raggiungere il 2,4% alla fine del 2024, inferiore al 2,6% previsto a settembre. Anche la crescita economica rallenterà, ma l’America dovrebbe evitare una recessione, con un PIL che crescerà dell’1,4% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025, accompagnato da un aumento della disoccupazione dal 3,7% al 4,1%.
La Fed ha iniziato il processo di restrizione monetaria in ritardo, e ora il rischio è di aspettare troppo per invertire la rotta. Powell riconosce il “rischio sempre presente” di agire troppo tardi ma si trattiene dal rivelare il valore chiave, sottolineando che bisogna interrompere la politica restrittiva “ben prima che l’inflazione raggiunga il 2%”. Un’osservazione che suona più come una scusa che come una strategia chiara, soprattutto considerando l’attuale combinazione di domanda robusta e restrizione dell’offerta.
Mentre giovedì si avvicina e sarà la volta della Bce, il mercato rimane in sospeso, chiedendosi se la Banca Centrale Europea seguirà il percorso della Federal Reserve, con gli occhi puntati sulle parole della presidente Christine Lagarde per comprendere i tempi di un possibile taglio dei tassi, che potrebbe verificarsi prima ancora che negli Stati Uniti.