La follia di Biden
18 Nov 2024 - Approfondimenti Politici
Biden autorizza l'Ucraina all'uso di missili a lungo raggio contro la Russia: una mossa disperata di un presidente uscente che rischia di incendiare il mondo.
Una decisione sconsiderata che rischia di incendiare il mondo
L’autorizzazione concessa da Joe Biden all’Ucraina per l’uso di missili a lungo raggio contro la Russia è l’ennesima dimostrazione di un presidente allo sbando, che cerca di lasciare un segno nella storia con un gesto carico di pericolosa isteria, piuttosto che con una visione strategica. Una decisione non solo miope ma profondamente irresponsabile, che rischia di trascinare il mondo in una nuova escalation bellica di proporzioni imprevedibili.
Questa scelta, arrivata proprio nel momento in cui il popolo americano ha voltato definitivamente le spalle a Biden scegliendo Donald Trump e la sua promessa di un mondo senza guerre, appare come una vendetta politica mascherata da atto di sostegno. La verità è che questa mossa non tutela l’Ucraina, né i cittadini americani, ma serve solo a salvare la faccia di un presidente che ha fallito su tutta la linea: politica estera, economia, sicurezza e consenso interno.
Un’eredità di caos
In questi anni, Biden ha dimostrato una totale incapacità di leggere la realtà geopolitica. La sua amministrazione si è concentrata sul prolungamento del conflitto in Ucraina, piuttosto che sull’apertura di reali canali di dialogo. Ora, l’approvazione di attacchi diretti contro il territorio russo rappresenta un salto nel vuoto, un atto che viola ogni principio di equilibrio diplomatico e rischia di trasformare il conflitto regionale in una guerra aperta tra grandi potenze.
Non è difficile capire il perché di questa decisione. Biden sa che i suoi giorni alla Casa Bianca sono contati. La rinascita di Donald Trump, sostenuta da una base elettorale stanca delle guerre infinite, rappresenta un sonoro schiaffo alle politiche di un’amministrazione che ha tradito gli ideali di pace e prosperità tanto cari al popolo americano.
L’isteria di un uomo sconfitto
Quella di Biden è una reazione isterica di un uomo che ha perso il controllo, un presidente che preferisce alimentare il conflitto piuttosto che accettare la propria sconfitta. La scelta di fornire missili a lungo raggio è un chiaro segnale di frustrazione: non potendo più contare sul sostegno interno, tenta di imprimere un’ultima, disperata accelerazione alla sua agenda bellica.
Ma a che costo? La Russia, che ha già avvertito delle conseguenze gravissime di tali azioni, potrebbe rispondere con rappresaglie senza precedenti. Nel frattempo, l’Europa – già indebolita dalla crisi energetica e dalle divisioni interne – rischia di trovarsi ulteriormente esposta. Chi pagherà il prezzo di questa follia? Non certo Biden, che tornerà nella sua lussuosa residenza con il suo ricco entourage. A pagare saranno i cittadini ucraini, russi, europei e americani.
Il ritorno della vera leadership
In questo scenario, la figura di Donald Trump emerge come una speranza di stabilità. La sua visione di un mondo senza guerre, basata sul dialogo tra nazioni sovrane e sull’abbandono delle politiche interventiste, rappresenta l’unica alternativa concreta al caos seminato da Biden.
Trump ha già dimostrato in passato di saper trattare con le potenze mondiali senza cedere a provocazioni o pressioni. Il suo ritorno alla Casa Bianca segnerà una rottura netta con le politiche fallimentari dell’attuale amministrazione, riportando gli Stati Uniti al ruolo di mediatori e garanti di pace, anziché di fomentatori di conflitti.
La storia giudicherà
La storia non sarà clemente con Joe Biden. La sua decisione di autorizzare l’uso di missili a lungo raggio contro la Russia sarà ricordata come l’atto finale di un presidente incapace, che ha sacrificato la stabilità mondiale sull’altare del suo ego ferito.