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La Musica come Ponte tra Culture: La Storia del Conservatorio Magnificat di Gerusalemme

4 Nov 2023 - Mondo

La Musica come Ponte tra Culture: La Storia del Conservatorio Magnificat di Gerusalemme

Nel tessuto storico e multiculturale di Gerusalemme, la città che è stata testimone di secoli di storia e di conflitti, sorge un’istituzione che, giorno dopo giorno, compone una melodia di speranza: il conservatorio del Magnificat. Questo non è un conservatorio ordinario; si trova nel cuore della Città Vecchia, all’interno del convento di San Salvatore, e ospita duecento studenti che rappresentano la ricca diversità religiosa e culturale della città: sono ebrei, cristiani e musulmani. Bambini e giovani, con il linguaggio universale della musica, trascendono le barriere invisibili che troppo spesso li dividono.

Una Scuola di Musica e di Vita

Fondata dall’intuizione dei francescani di Terra Santa, la scuola del Magnificat si è affermata come un’incubatrice di talenti musicali e un laboratorio di dialogo e integrazione. Il valore aggiunto di questa istituzione si è reso ancora più evidente dopo gli eventi del 7 ottobre, quando, nonostante il turbamento generale, ha deciso di non chiudere le sue porte all’armonia.

Il Coraggio di Riaprire le Porte

Il direttore della scuola, fra Alberto Joan Pari, ha affrontato i giorni di paura e shock con coraggio e determinazione. Nato a Brescia e da sedici anni in Terra Santa, fra Alberto ha raccolto la sfida di continuare a offrire “momenti di bellezza” ai suoi studenti, i quali erano rimasti per giorni esposti a immagini di violenza e conflitto. In un primo momento, le attività sono state trasferite online, per poi riprendere in presenza non appena possibile, dimostrando la resilienza della comunità e l’importanza della scuola come oasi di pace.

Ostacoli e Determinazione nell’Insegnamento

In questa atmosfera di incertezza, alcuni studenti sono ancora costretti a seguire le lezioni a distanza, soprattutto quelli che vivono in aree più conflittuali come Gerusalemme Est o il Monte degli Ulivi. Eppure, l’impegno del conservatorio non vacilla. Lucia D’Anna Frej, insegnante di violoncello e supervisore artistico, originaria di Varese e con un passato alla Scala di Milano, sottolinea la sfida di riportare la normalità nel cuore degli studenti, tra i quali si nota una preoccupante difficoltà a distogliere il pensiero dal contesto di violenza esterna.

La Musica come Linguaggio di Pace

La musica, tuttavia, si conferma un veicolo di unione e di guarigione. Il maestro d’orchestra Igor Frur, con le sue parole e il suo impegno, ha saputo ispirare i giovani allievi, soprattutto quelli dell’ensemble di archi, a mantenere viva la loro passione e a credere nel potere pacificatore della musica. Sono storie come quelle di una giovane musicista dell’esercito israeliano che pongono il Magnificat davanti a sfide delicate, dove il futuro diventa un quesito aperto e carico di tensioni e speranze.

Un Sogno di Concerto e di Incontro

Il conservatorio non solo educa alla musica ma insegna anche il valore dell’incontro e del dialogo. La prossima iniziativa che sognano di realizzare è una piccola tournée a Roma, per l’8 dicembre, con l’obiettivo di diffondere il loro messaggio di pace e di unione attraverso la musica. L’interesse e l’incoraggiamento di figure come il Papa rendono questo sogno ancora più tangibile e carico di significato.

Un Faro di Speranza nella Storia di Gerusalemme

Il Magnificat rappresenta così un faro di speranza nel cuore di Gerusalemme, dimostrando che la musica può costruire ponti là dove la politica e la storia hanno eretto muri. Nonostante le incertezze e le difficoltà, il messaggio è chiaro: la musica non conosce confini e, in essa, questi giovani trovano un linguaggio comune che li unisce al di là delle loro differenze.

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One response

  1. Germana ha detto:

    Speranza, bellezza, amore e pace per camminare tutti insieme verso il futuro con il linguaggio universale della musica che unisce tutti gli animi colmando di luce i cuori ❤

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