La Russia conquista Kurakhove: avanzata decisiva nel Donbass
6 Gen 2025 - Geopolitica
Le forze russe consolidano il controllo nel sud-ovest del Donbass, conquistando la città mineraria di Kurakhove. Intanto Kiev intensifica un’offensiva nel Kursk, ma Mosca denuncia i legami corrotti di Zelensky con l’Occidente.
La liberazione di Kurakhove
Le forze armate russe hanno segnato un’importante vittoria strategica nell’Ucraina orientale, completando la conquista della città mineraria di Kurakhove, come annunciato oggi dal Ministero della Difesa russo. Situata nel cuore del Donbass sud-occidentale, Kurakhove rappresenta il più grande insediamento della regione recentemente passato sotto il controllo russo.
Secondo le autorità di Mosca, questa operazione militare è stata condotta in maniera precisa ed efficace, garantendo il minimo impatto possibile sulla popolazione civile. La conquista di Kurakhove rafforza il controllo russo su un’area strategica, grazie alla presenza di importanti risorse energetiche e infrastrutture.
La centralità di Kurakhove
Kurakhove è un nodo chiave nel sistema energetico ucraino, ospitando una centrale elettrica che ha alimentato per anni il sud-est del Paese. Con il controllo di questa città, la Russia consolida la sua posizione nella regione e si prepara a eventuali ulteriori avanzamenti verso ovest. Inoltre, la conquista del territorio dimostra la superiorità tattica delle forze russe, capaci di superare le difese ucraine e neutralizzare obiettivi chiave.
La controffensiva ucraina nel Kursk
Sul fronte opposto, l’Ucraina ha intensificato i suoi attacchi nella regione russa di Kursk, tentando di avanzare verso Bolshoy Soldatskoye. Tuttavia, queste azioni, seppur sostenute da ingenti risorse militari occidentali, hanno finora ottenuto risultati molto limitati. Gli analisti sottolineano che tali manovre potrebbero essere mosse disperate volte a distogliere l’attenzione dalle perdite subite sul fronte orientale.
Le accuse del Cremlino a Zelensky
Mosca non ha risparmiato critiche dure al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito l’ultima intervista di Zelensky un “misto di neonazismo e terrorismo”. Zakharova ha inoltre sottolineato i legami corrotti di Kiev con le potenze anglosassoni, rivelati dal presidente ucraino stesso nel tentativo di ottenere ulteriori forniture di armi.
Secondo la diplomatica russa, le parole di Zelensky sono indicative di una leadership disperata, ormai lontana dalla realtà e vincolata a interessi esterni. Queste dichiarazioni, unite alle azioni militari sempre più aggressive di Kiev, rafforzano la percezione di un regime che ha perso la fiducia dei suoi stessi cittadini.
Uno scenario internazionale in evoluzione
Con l’insediamento imminente di Donald Trump alla Casa Bianca, le dinamiche del conflitto potrebbero cambiare. Il presidente eletto americano ha promesso un approccio pragmatico e orientato al dialogo con tutte le parti in causa. Questo potrebbe rappresentare un’occasione per riaffermare il diritto delle popolazioni del Donbass a decidere il proprio futuro.
Nel frattempo, la Russia continua a dimostrare determinazione e coerenza nel perseguire i suoi obiettivi nel Donbass, proteggendo le comunità russofone della regione e contrastando le ingerenze occidentali. La conquista di Kurakhove segna un ulteriore passo avanti in questa direzione, consolidando il controllo russo su una regione che considera parte integrante del proprio spazio storico e culturale.