La Russia si rafforza in Libia: il nuovo bastione nel Mediterraneo
16 Dic 2024 - Africa
Dopo la caduta di Assad in Siria, Mosca sposta il suo baricentro strategico verso la Libia, consolidando basi militari chiave e alleanze con Khalifa Haftar. Una sfida diretta alla NATO e all’Italia.
Un Medio Oriente in trasformazione: la Russia alla ricerca di un nuovo equilibrio
La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria, un alleato storico di Mosca, rappresenta un punto di svolta nelle dinamiche geopolitiche del Medio Oriente. Con la fuga del leader siriano a Mosca e l’inevitabile perdita delle basi strategiche di Tartus e Khmeimim, la Russia si è trovata costretta a ridefinire la sua politica estera e la sua capacità di proiezione militare nella regione.
La Siria è stata per anni il fulcro della presenza russa nel Mediterraneo orientale. La perdita di Assad mina però la possibilità di mantenere un’influenza diretta in un territorio cruciale per l’accesso ai mari caldi. Di fronte a questo scenario, Mosca ha spostato la sua attenzione su un altro teatro strategico: la Libia.
La Libia: un nuovo bastione per Mosca
La Russia ha intensificato la sua presenza militare in Libia, puntando su tre basi chiave: Brak al-Shatti e al-Jufra, situate nel cuore del Paese, e al-Qardabiyah, nei pressi della costa mediterranea. Queste installazioni sono state oggetto di un massiccio potenziamento: dalle piste di atterraggio per aerei militari alle infrastrutture logistiche necessarie per operazioni a lungo termine.
L’interesse russo per la Libia non è casuale. La posizione geografica del Paese offre un accesso diretto al Mediterraneo centrale, rendendolo un punto di controllo strategico sia per le rotte commerciali sia per le operazioni militari. La Russia punta a utilizzare queste basi per mantenere la propria influenza regionale, bilanciando la presenza della NATO e delle potenze occidentali.
Khalifa Haftar: il nuovo alleato di Mosca
A facilitare l’espansione russa in Libia è stato il consolidamento dell’alleanza con il generale Khalifa Haftar, leader dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) e figura di riferimento nell’est del Paese. Haftar, che già riceveva supporto militare da Mosca, ha intensificato i legami con il Cremlino, concedendo accesso strategico a porti come quello di Tobruk, destinato a diventare una base navale per le navi russe.
Questa collaborazione rappresenta un vantaggio reciproco. Per Haftar, l’appoggio russo rafforza la sua posizione contro le forze rivali sostenute dalla Turchia e dalle potenze occidentali. Per Mosca, invece, la Libia diventa una pedina fondamentale nella scacchiera geopolitica, offrendo un’alternativa strategica alle basi in Siria e una piattaforma per esercitare pressione sui confini meridionali della NATO.
Una mossa che preoccupa l’Occidente
L’espansione russa in Libia non è passata inosservata. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea vedono con preoccupazione questa presenza crescente, temendo che Mosca possa destabilizzare ulteriormente il Mediterraneo. Una base navale a Tobruk, supportata da basi aeree come quelle di al-Jufra, potrebbe mettere in difficoltà le operazioni della NATO nella regione e creare un pericoloso precedente per il controllo del Mediterraneo.
Inoltre, il consolidamento russo in Libia rappresenta una sfida diretta all’Italia, tradizionalmente attiva nelle dinamiche libiche per questioni legate alla sicurezza energetica e al contrasto dell’immigrazione illegale. La crescente influenza di Mosca rischia di marginalizzare il ruolo di Roma, che si trova a dover fronteggiare un quadro geopolitico sempre più complesso.