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La Storia si Ripete: Il Doloroso Ricordo della Nakba nella Testimonianza di Hanin

12 Nov 2023 - Approfondimenti Politici

La Storia si Ripete: Il Doloroso Ricordo della Nakba nella Testimonianza di Hanin

Hanin, un’italo-palestinese, condivide un toccante racconto che rispecchia il dramma vissuto dalla sua nonna durante la Nakba, l’evento che ha segnato profondamente la storia del popolo palestinese.

Il Tragico Ricordo della Nakba

Hanin ci porta indietro nel tempo, al 1948, quando la nonna, allora diciannovenne, viveva in Palestina, un luogo che stava diventando sempre più pericoloso. Racconta di come la pulizia etnica, condotta dai sionisti secondo il piano Dalet, non abbia risparmiato nessuno, inclusi donne e bambini.

La nonna di Hanin, tornando a casa, si trovò di fronte a una scena orribile: suo marito e suo figlio uccisi. In quel momento di caos e disperazione, dovette prendere una decisione rapida per salvare i suoi gemelli neonati.

La Fuga e la Perdita

Nel suo disperato tentativo di fuga, Hanin descrive come la nonna abbia trovato rifugio su un asino, fuggendo verso una zona più sicura. Ma il tragico destino le tolse anche questo barlume di speranza: al suo risveglio, scopre di aver perso anche i suoi bambini.

Un Dolore Mai Superato

La nonna di Hanin, nonostante si sia risposata e abbia avuto altri figli, non ha mai superato il trauma della Nakba. Anche oggi, a 94 anni e affetta da demenza senile, ricorda vividamente quegli eventi terribili.

Gaza: Una Seconda Nakba?

Hanin traccia un parallelo tra la storia della sua famiglia e gli eventi attuali a Gaza, descrivendo come la popolazione palestinese stia vivendo una situazione simile a quella del 1948. Le testimonianze dai civili in fuga dai bombardamenti israeliani riflettono la paura di non poter mai più tornare alle loro case, un timore che risuona con il dolore della Nakba.

Critiche al Silenzio Internazionale

L’articolo si conclude con una forte critica all’indifferenza delle istituzioni internazionali, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti di fronte ai bombardamenti che hanno colpito principalmente civili, ospedali, e strutture essenziali a Gaza. Hanin mette in luce l’ipocrisia di queste istituzioni che, di fronte a un tale genocidio, mantengono un silenzio che l’autore considera disumano.

La storia di Hanin e della sua nonna non è solo una testimonianza personale, ma si fa portavoce di una tragedia collettiva che continua a influenzare profondamente la vita di molti palestinesi. Per noi è importante pubblicarla, perchè molte sono le voci che si alzano dal campo israeliano, ma poche sono le ragioni che sappiamo del popolo palestinese.

L’esodo palestinese del 1948, noto come Nakba (che significa “disastro” o “catastrofe” in arabo), è stato l’esodo forzato della popolazione araba palestinese che si verificò durante la guerra civile del 1947-48 e la guerra arabo-israeliana del 1948, coincidendo con la fine del mandato britannico e la fondazione dello Stato di Israele. Durante questo conflitto, oltre 700.000 arabi palestinesi lasciarono o furono espulsi dalle loro città e villaggi, e in seguito si è negato loro il diritto di ritorno alle loro terre.

Le cause, la natura e le responsabilità di questo esodo sono argomenti di forte dibattito tra gli storici e gli studiosi della questione israelo-palestinese. Questo evento è alla base del problema persistente dei rifugiati palestinesi, che rimane uno dei punti più controversi e difficili da risolvere nei conflitti arabo-israeliano e israelo-palestinese. Nel 2015, i rifugiati palestinesi e i loro discendenti registrati dall’UNRWA erano circa 5.149.742, distribuiti principalmente in Giordania, Striscia di Gaza, Cisgiordania, Siria e Libano. Molti di loro vivono ancora in campi profughi.

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