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La Turchia alla conquista dell’Africa: nuovi equilibri geopolitici

2 Set 2024 - Approfondimenti Politici

Ankara intensifica la sua presenza economica e militare nel continente, mentre Roma rilancia con il piano Mattei per un partenariato equo e sostenibile. L'Europa torna a giocare un ruolo chiave.

La Turchia alla conquista dell’Africa: nuovi equilibri geopolitici

La geopolitica nel continente africano è in continua trasformazione, con molteplici attori internazionali impegnati a estendere la loro influenza. Tra questi, la Turchia si distingue come uno degli attori più dinamici e strategici. Negli ultimi anni, Ankara ha intensificato i suoi sforzi per consolidare una presenza significativa nella regione attraverso un mix di diplomazia economica, cooperazione militare e soft power. Contemporaneamente, l’Italia, con il suo piano Mattei, sta cercando di riportare l’Europa al centro di questo complesso scacchiere geopolitico, sfidando la crescente presenza di potenze come la Cina, la Russia e la stessa Turchia.

L’ascesa della Turchia in Africa

Negli ultimi due decenni, la Turchia ha notevolmente ampliato la sua presenza in vari Paesi africani. Questo è stato in gran parte frutto di una politica estera diversificata e ambiziosa sotto la guida del presidente Recep Tayyip Erdoğan, che vede il continente africano come una regione chiave per l’espansione economica e l’influenza geopolitica. Dal 2002, la Turchia ha aumentato il numero delle sue ambasciate nei Paesi africani da 12 a oltre 40, mentre Turkish Airlines, la compagnia di bandiera, ha esteso le sue rotte per coprire più di 50 città nel continente.

L’approccio turco è stato costruito su una combinazione di strumenti diplomatici, economici e culturali. Le aziende turche operano in numerosi settori, tra cui infrastrutture, costruzioni, energia e agricoltura. Inoltre, Ankara ha stabilito relazioni militari con diversi governi africani, fornendo formazione, attrezzature e collaborazione nella lotta contro il terrorismo. Un esempio significativo è la base militare turca in Somalia, inaugurata nel 2017, che rappresenta il più grande avamposto militare della Turchia all’estero, simbolizzando il suo impegno nella regione.

Le trame geopolitiche nel continente

La crescente presenza della Turchia in Africa non si sviluppa in un vuoto geopolitico. La regione è diventata un campo di competizione tra diverse potenze globali e regionali. La Cina ha consolidato la sua influenza attraverso enormi investimenti in infrastrutture e concessione di prestiti, mentre la Russia è tornata sulla scena africana con accordi di sicurezza e la vendita di armi. Gli Stati Uniti, sebbene meno attivi rispetto al passato, continuano a mantenere una presenza militare significativa in alcune aree strategiche come il Sahel e l’Africa orientale.

Oltre a questi attori, anche le potenze regionali, come gli Stati del Golfo, stanno cercando di estendere la loro influenza investendo in settori chiave come la logistica e l’agricoltura. Questo scenario crea un ambiente geopolitico complesso, in cui ogni attore cerca di massimizzare i propri interessi sfruttando le vulnerabilità economiche e politiche dei vari Paesi.

Il piano Mattei dell’Italia

In questo contesto di crescente competizione, l’Italia sta cercando di riposizionarsi come attore di rilievo attraverso il “piano Mattei”. Ispirato alla visione del fondatore dell’ENI, Enrico Mattei, il piano mira a promuovere un nuovo modello di cooperazione tra l’Europa e i Paesi africani, fondato su partenariati equi e vantaggiosi per entrambe le parti. L’Italia vede nella regione non solo una fonte di risorse naturali e opportunità di investimento, ma anche un partner strategico per affrontare questioni globali come la migrazione, la sicurezza e il cambiamento climatico.

Il piano Mattei rappresenta un tentativo di differenziarsi dagli approcci di altre potenze, enfatizzando il rispetto della sovranità e la promozione dello sviluppo sostenibile nei Paesi africani. Il governo italiano ha promosso attivamente progetti di sviluppo infrastrutturale e ha cercato di rafforzare i legami culturali e politici. Questo approccio riflette la volontà dell’Italia di contrastare l’influenza di attori non europei e di ricostruire un legame privilegiato tra l’Europa e il continente.

Il piano Mattei si articola su più fronti. Innanzitutto, mira a rafforzare la cooperazione economica attraverso investimenti mirati in infrastrutture critiche, come porti, strade e reti energetiche, che possono contribuire allo sviluppo economico locale e, al contempo, creare opportunità per le imprese europee. Inoltre, il piano promuove la collaborazione in ambito educativo e culturale, favorendo scambi accademici e partnership tra università italiane e africane, al fine di costruire un ponte di conoscenza e innovazione tra le due regioni.

Un altro pilastro del piano Mattei è la sicurezza. L’Italia sta cercando di stabilire partnership strategiche per la gestione delle migrazioni e la lotta contro il terrorismo, fornendo supporto in termini di formazione e capacità operativa ai Paesi del Sahel e del Corno d’Africa. Questa dimensione della sicurezza è strettamente legata all’obiettivo di stabilizzare le regioni chiave, promuovendo al contempo uno sviluppo economico inclusivo che possa ridurre le cause profonde della migrazione e della radicalizzazione.

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