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Le Forze Israeliane Avanzano nella Striscia di Gaza

2 Nov 2023 - Geopolitica

Le Forze Israeliane Avanzano nella Striscia di Gaza

Nell’ultimo aggiornamento fornito dall’Istituto per lo studio della guerra (Institute for the Study of War) e dal Critical Threats Project, emerge un quadro tattico significativo nella Striscia di Gaza. Secondo i report rilasciati il 31 ottobre, le forze israeliane hanno compiuto un’avanzata chiave nella regione di Beit Hanoun, situata nell’angolo nordorientale dell’enclave palestinese.

Questa manovra militare, apparentemente volta a effettuare operazioni di sgombero, ha visto le forze di difesa israeliane estendere il loro raggio d’azione lungo il litorale nordoccidentale della Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, l’assalto condotto con cautela dal nord è strategico per garantire la protezione dei fianchi delle unità israeliane, segno di una metodologia tattica mirata a consolidare la posizione prima di procedere ulteriormente.

Mentre i media locali evidenziano un conflitto in atto, con milizie palestinesi che sostengono di essere impegnate in scontri con le forze israeliane spostandosi verso l’ovest, a sud della città di Gaza, gli analisti speculano su quali possano essere gli obiettivi a lungo termine di tali movimenti.

Una delle ipotesi più plausibili suggerisce che l’obiettivo di questa avanzata sia quello di isolare la città di Gaza dal sud del territorio. In particolare, l’attenzione è rivolta a Salah Ad Deen Road, l’arteria principale che attraversa longitudinalmente la Striscia di Gaza. La conquista o il controllo di questa via di comunicazione avrebbe conseguenze notevoli, potenzialmente dividendo in due l’intera Striscia e isolando la città di Gaza da altre aree densamente popolate a sud.

Il taglio di Salah Ad Deen Road segnerebbe una tattica aggressiva e un cambiamento di paradigma nel conflitto, con implicazioni significative per la mobilità all’interno della Striscia di Gaza, l’accesso ai servizi, la logistica delle milizie palestinesi e, non da ultimo, l’impatto umanitario su una popolazione già duramente provata.
Resta da vedere come questa situazione si evolverà nei prossimi giorni.

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