Le misure del governo sul prezzo dei carburanti: tra vantaggi annunciati e critiche sul campo
16 Ago 2023 - Italia
L’Italia sembra aver raggiunto un punto di svolta nella battaglia contro l’aumento dei prezzi dei carburanti. Il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, ha dichiarato che, grazie alle politiche governative, il prezzo industriale di benzina e gasolio nel Paese è ora più basso di quello in Germania, Francia e Spagna. La chiave di questa apparente vittoria? Una misura introdotta lo scorso agosto, che obbliga ogni distributore di carburante a mostrare il prezzo medio praticato ogni giorno, permettendo così ai consumatori di fare scelte informate e di approfittare dei prezzi più convenienti.
Tuttavia, nonostante l’ottimismo del governo, le reazioni del settore sono state piuttosto contrastanti. La Fegica, la federazione dei gestori degli impianti, ha sottolineato che, nonostante il monitoraggio e la trasparenza sui prezzi, per il sedicesimo giorno consecutivo i prezzi dei carburanti hanno segnato un incremento. Secondo loro, l’andamento crescente dei prezzi è inevitabile, dato il contesto delle fluttuazioni dei mercati internazionali dei prodotti.
Ancora più critica è la posizione della federazione riguardo l’esposizione dei prezzi medi. La Fegica ritiene che tale pratica, lungi dall’essere una soluzione, potrebbe in realtà aggravare il problema. Ciò potrebbe avvenire perché, mostrando un prezzo medio, i distributori potrebbero sentirsi spinti a uniformare i loro prezzi a quelli mostrati, anziché competere tra loro. Questo punto di vista riecheggia le preoccupazioni dell’Antitrust, che aveva precedentemente avvisato il governo dei potenziali rischi di questa pratica.
La situazione attuale riflette dunque una tensione palpabile tra le misure del governo e le realtà del mercato dei carburanti. Da un lato, il governo si vanta di aver ottenuto prezzi più bassi rispetto ad altri paesi europei. Dall’altro, le aziende del settore sentono la pressione dei prezzi internazionali e sono scettiche sulle soluzioni proposte.
In questo scenario, il messaggio della Fegica è chiaro: è ora di passare dalle parole ai fatti. Sostengono che il governo dovrebbe intervenire decisamente sulla tassazione dei carburanti, almeno temporaneamente, o almeno ammettere apertamente le sfide e affrontarle di petto, piuttosto che cercare di deviare la responsabilità.