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L’Egitto Costruisce un Mega Muro in Sinai Anticipando un Esodo di Profughi Palestinesi

17 Feb 2024 - Mondo

L’Egitto Costruisce un Mega Muro in Sinai Anticipando un Esodo di Profughi Palestinesi

In un contesto geopolitico sempre più teso, l’Egitto ha intrapreso la costruzione di un imponente muro lungo il confine del Sinai, in previsione di un possibile esodo massiccio di profughi palestinesi dalla Striscia di Gaza. Questa mossa, rivelata da fonti mediatiche statunitensi e confermata dal lavoro di centinaia di palestinesi impiegati nella costruzione delle barriere, segnala una crescente preoccupazione per le potenziali ripercussioni umanitarie e di sicurezza legate alla situazione in Gaza.

La Contrarietà degli USA e le Preoccupazioni Internazionali

La decisione dell’Egitto arriva in un momento di intensificazione delle tensioni nella regione, con il presidente americano Joe Biden che ha espresso a Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, la ferma opposizione degli Stati Uniti a qualsiasi attacco su Rafah che non includa adeguate tutele per i civili palestinesi. Questa posizione riflette la preoccupazione internazionale per le conseguenze di un’escalation militare e per il benessere della popolazione civile coinvolta.

Le Dichiarazioni dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha descritto la prospettiva di un esodo palestinese verso il Sinai come una “catastrofe” su più fronti. Intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Grandi ha sottolineato come un tale esodo rappresenterebbe una tragedia non solo per i palestinesi e per l’Egitto ma anche per le prospettive di pace nella regione. Le sue parole evidenziano l’urgenza di trovare soluzioni che preservino la dignità e la sicurezza dei civili coinvolti.

La Posizione Egiziana e gli Sforzi Umanitari

Nonostante la costruzione del muro, l’Egitto ha espresso la volontà di assistere i palestinesi all’interno della Striscia di Gaza, una posizione che sottolinea il desiderio di evitare ulteriori destabilizzazioni. Gli sforzi umanitari, coordinati anche con le agenzie delle Nazioni Unite, mirano a garantire che l’assistenza necessaria raggiunga coloro che sono più vulnerabili, cercando di mitigare le conseguenze di un conflitto che ha già causato troppo dolore.

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