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L’Espansionismo Portuale Cinese e le Sue Implicazioni per l’Occidente

24 Nov 2023 - Geopolitica

L’Espansionismo Portuale Cinese e le Sue Implicazioni per l’Occidente

Nel 2013, il presidente cinese Xi Jinping lanciava la Via della Seta Marittima, parte integrante della Belt and Road Initiative (BRI). Questo progetto ambizioso mirava a migliorare l’accesso della Cina ai mercati mondiali attraverso investimenti significativi nelle infrastrutture portuali globali. Dieci anni dopo, nonostante rallentamenti dovuti a vari fattori interni, la Cina ha consolidato una presenza notevole in una rete di porti cruciali per il commercio mondiale.

La Rete Portuale Cinese: Una Visione Strategica

La Cina, sotto la guida di Xi, ha mostrato un chiaro interesse nel diventare una superpotenza marittima. La rotta marittima pianificata da Pechino si estende dalla costa cinese attraverso l’Oceano Indiano e il Medio Oriente, fino all’Europa. Inizialmente con partecipazioni in 44 porti, la Cina ora possiede o gestisce strutture in quasi 100 località in oltre 50 Paesi, con la maggior parte di questi investimenti provenienti da società di proprietà statale. Questo rende il Partito Comunista Cinese un attore dominante nei porti che sono nodi vitali delle catene di approvvigionamento globali.

Preoccupazioni Occidentali: Oltre il Commercio

Gli Stati Uniti e i loro alleati esprimono crescenti preoccupazioni riguardo alle potenziali implicazioni militari di questa espansione. La presenza cinese in porti strategici come quello di Khalifa negli Emirati Arabi Uniti e altri in località chiave globali offre a Pechino una finestra sui rapporti commerciali internazionali e potenzialmente una capacità di influenzare o intercettare le rotte di rifornimento. Inoltre, i porti di proprietà cinese sono già utilizzati dalle navi da guerra cinesi, segnalando un’espansione della presenza militare della Cina in regioni precedentemente dominate dall’influenza occidentale.

Una Rete Strategica Globale

Esempi chiave dell’espansione portuale cinese includono il contratto di locazione di 99 anni per il porto di Hambantota nello Sri Lanka, un punto d’appoggio sulla rotta marittima tra l’Asia e l’Occidente, e investimenti significativi nei porti egiziani vicino al Canale di Suez. In Europa, la Cina è presente in una ventina di porti strategici, molti dei quali sono hub logistici della NATO e della Marina statunitense. In America Latina, la Cina gestisce i porti alle estremità del Canale di Panama e sta costruendo un megaporto da 3 miliardi di dollari a Chancay, in Perù.

Tecnologia e Sorveglianza

Un aspetto preoccupante è il sistema software Logink, una piattaforma logistica digitale di proprietà del governo cinese, adottata da 24 porti mondiali, inclusi Rotterdam e Amburgo. Questo sistema potrebbe permettere alla Cina di accedere a informazioni sensibili sui movimenti delle merci globali, sollevando timori di spionaggio e attacchi informatici.

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