L’Europa si dice pronta ad aiutare l’Italia sulla migrazione, ma il ministro Musumeci denuncia ipocrisia e solitudine
14 Set 2023 - Europa
La sfida migratoria mette a dura prova il rapporto tra Italia ed Europa, tra solidarietà e responsabilità. Da una parte, l’Italia si sente abbandonata dai partner europei, che non condividono il peso dell’accoglienza e della gestione dei flussi. Dall’altra, l’Europa si propone come un interlocutore disponibile e collaborativo, che offre sostegno e assistenza all’Italia.
Ma quali sono le reali intenzioni e le concrete azioni dell’Europa nei confronti dell’Italia? E quali sono le aspettative e le richieste dell’Italia nei confronti dell’Europa?
La portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper ha dichiarato che la situazione attuale della migrazione “ci sottolinea una volta ancora le sfide che abbiamo e gli sforzi che dobbiamo mettere in campo”. Ha aggiunto che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è in contatto con la premier Giorgia Meloni e che la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson ha sentito il ministro Piantedosi per una valutazione della situazione e per vedere come l’Ue possa fornire aiuti.
Hipper ha sottolineato che l’Europa supporta l’Italia a un livello operativo e finanziario, e che è pronta a supportare l’Italia anche nel contrastare le partenze illegali organizzate dagli scafisti. Infine, ha riconosciuto la necessità di forze lavoro in Italia, ma ha sostenuto che debbano arrivare legalmente, attraverso flussi predeterminati dagli stati membri.
Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha espresso invece una visione critica e amara del rapporto tra Italia ed Europa. Ha affermato che l’Italia è rimasta in una solitudine affollata di ipocriti, riferendosi a un contesto europeo in cui tutti si girano dall’altra parte nel momento delle difficoltà.
Ha auspicato che l’Europa si renda conto che il fenomeno migratorio non può essere contenuto nella indifferenza di molti, ma va affrontato, e non soltanto dall’Unione europea. Ha ricordato anche che a Lampedusa si è fatto tutto quello che era possibile fare, ma che il tema non è di dover soccorrere un uomo in mare, ma di non far partire barchini e barche, sottraendoli alla mafia degli scafisti.
Ha concluso dicendo che la Sicilia, essendo il primo lembo di terra dell’Europa nel Mediterraneo, è quella che maggiormente subisce questo dramma, che non mette in difficoltà soltanto le strutture dello Stato ma anche le comunità locali.