Libia: La chiusura del giacimento Sharara minaccia la sicurezza energetica dell’Italia
11 Ago 2024 - Africa
Il blocco del più grande giacimento petrolifero libico da parte del clan Haftar rischia di compromettere le forniture di petrolio all'Italia e l'intera strategia energetica europea. La diplomazia italiana chiamata a rispondere con il Piano Mattei per un futuro condiviso tra Africa ed Europa.
Il complesso mosaico libico: energia, politica e instabilità
La situazione in Libia rappresenta un intricato intreccio di energia, politica internazionale, violenza settaria e cambiamento climatico. Dalla caduta di Muammar Gheddafi nel 2011, il paese è sprofondato in un ciclo di conflitti interni e di lotte per il potere, che hanno avuto ripercussioni profonde non solo per la Libia stessa, ma anche per l’Italia e l’Europa. La capacità dell’Europa di influenzare le dinamiche locali è stata notevolmente ridotta, lasciando spazio a una crescente instabilità che si riflette direttamente sugli interessi energetici e strategici del continente.
Il giacimento di Sharara: un nodo cruciale nella crisi energetica libica
Il giacimento di Sharara, il più grande e importante della Libia, rappresenta circa il 25% della capacità produttiva di petrolio del paese. Recentemente, il controllo di questo asset strategico è stato nuovamente al centro delle tensioni, con il clan Haftar che ha imposto un blocco alla produzione. La conseguenza è una drastica riduzione della produzione di petrolio, passata dai 250.000–270.000 barili al giorno a soli 10.000 barili, destinati unicamente a mantenere attivo l’impianto di generazione elettrica di Awbari.
Questo stop non solo rappresenta una minaccia per la stabilità energetica della Libia, ma getta nuove ombre sulla capacità del paese di garantire un flusso continuo di petrolio verso l’Europa, con gravi ripercussioni per le finanze statali già in difficoltà. Per l’Italia, che nel primo trimestre del 2024 è tornata a dipendere in gran parte dal petrolio libico, la situazione rappresenta un rischio significativo per la sicurezza energetica nazionale.
L’arresto di Saddam Haftar e le implicazioni geopolitiche
La chiusura di Sharara è stata collegata all’arresto, o presunto tale, di Saddam Haftar, secondogenito del generale Khalifa Haftar, leader dell’Esercito Nazionale Libico con base a Tobruk. L’arresto sarebbe avvenuto su mandato delle autorità spagnole in relazione a un carico di armamenti dirottato verso la Libia, violando l’embargo delle Nazioni Unite. Questa vicenda ha ulteriormente complicato le relazioni tra le fazioni libiche e i loro alleati internazionali, con ripercussioni dirette sulle dinamiche energetiche del paese.
La chiusura del giacimento di Sharara sembra essere un atto di pressione da parte del clan Haftar verso le autorità spagnole e, indirettamente, verso tutta l’Europa, in particolare verso quei paesi che dipendono fortemente dal petrolio libico, come l’Italia. L’obiettivo potrebbe essere quello di forzare un riconoscimento del ruolo di Tobruk nelle negoziazioni internazionali e garantire nuovi investimenti nel settore energetico libico, che rimane uno dei pochi settori economici vitali del paese.
Il Piano Mattei e la sfida per il futuro energetico dell’Africa e dell’Europa
In questo contesto di crescente instabilità, il Piano Mattei, promosso dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rappresenta una delle poche speranze per stabilizzare la regione e garantire un futuro energetico sicuro per l’Africa e l’Europa. Durante la sua visita in Libia, Meloni ha affrontato temi cruciali come migrazione, sanità e agricoltura, ma è difficile credere che il tema energetico non sia stato discusso. Il Piano Mattei mira a creare un partenariato equo e duraturo con i paesi africani, basato su un reciproco beneficio economico e politico.
Tuttavia, la strada verso la realizzazione di questo piano si fa sempre più impervia. Le divisioni interne alla Libia, la competizione tra le potenze internazionali e la fragilità delle infrastrutture energetiche rendono difficile immaginare un futuro in cui il paese possa svolgere un ruolo stabile e affidabile nel fornire energia all’Europa. Nonostante ciò, il governo italiano ha l’opportunità di giocare un ruolo decisivo, promuovendo dialogo e cooperazione a livello internazionale, per trasformare la Libia in un partner energetico sicuro e, al contempo, dare una speranza concreta all’Africa e all’Europa.
Un futuro incerto, ma non privo di speranza
La crisi energetica in Libia, esacerbata dalla chiusura del giacimento di Sharara, rappresenta una sfida complessa per l’Italia e l’Europa. Tuttavia, attraverso una diplomazia energetica intelligente e la realizzazione del Piano Mattei, esiste ancora la possibilità di trasformare questa crisi in un’opportunità. La stabilizzazione della Libia e il rafforzamento delle relazioni energetiche con l’Africa potrebbero non solo garantire la sicurezza energetica dell’Europa, ma anche promuovere uno sviluppo sostenibile e condiviso nel continente africano, gettando le basi per un futuro più stabile e prospero per entrambe le regioni.