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Lilli Gruber contro “Nazione e Patria”: scoppia la polemica

3 Ott 2024 - Italia

La giornalista si dice "cittadina del mondo" e dichiara di sentirsi "male" quando si parla di nazione e patria. Il dibattito infiamma i social, tra critiche e difesa di Dio, Patria e Famiglia.

Lilli Gruber contro “Nazione e Patria”: scoppia la polemica

Le dichiarazioni di Lilli Gruber sulla “nazione” e la “patria”

Durante una puntata del programma televisivo “Otto e Mezzo” su La7, la conduttrice Lilli Gruber ha espresso una forte avversione verso i concetti di “nazione” e “patria”. La giornalista ha dichiarato: “Sono cittadina del mondo, mi sento male a sentir parlare di nazione e patria”. Queste parole sono state pronunciate mentre la storica Michela Ponzani stava parlando del concetto di cittadinanza e patriottismo, in un contesto di discussione sulla destra politica. La reazione di Gruber è stata interrotta dal tentativo dell’ospite Italo Bocchino di riportare la discussione sui binari di un ragionamento logico: “Perché l’Italia non dovrebbe essere una nazione democratica e inclusiva?”. Tuttavia, Gruber ha continuato a sottolineare il suo pensiero critico rispetto ai concetti di patria e nazione, elementi che sembrano evocare in lei un’ideologia cosmopolita e globalista.

Il dibattito sulla Costituzione e le reazioni social

Le dichiarazioni di Gruber hanno scatenato una forte reazione, soprattutto sui social media. Molti utenti hanno fatto notare che la Costituzione italiana fa ripetuti riferimenti ai termini “nazione” e “patria”, come nel caso dell’articolo 9, che tutela “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Inoltre, il termine “patria” viene utilizzato in articoli chiave, come l’articolo 52 che sancisce: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Queste osservazioni sono state rivolte alla giornalista come un invito a riscoprire il significato di tali termini e a riconoscere la loro importanza storica e costituzionale.

Inoltre, molti commenti social hanno criticato la posizione della conduttrice, evidenziando una presunta distanza tra le sue idee e la realtà del tessuto sociale italiano, spesso legato a valori di identità nazionale e difesa della patria. Alcuni hanno anche sottolineato l’iperbole del discorso di Gruber, interpretandolo come un riflesso di una visione cosmopolita estremizzata, spesso associata alle élite globali.

La critica alla “globalizzazione cosmopolitica” e il ruolo dei media

Diego Fusaro, noto filosofo e opinionista, ha approfondito il tema commentando che la posizione di Lilli Gruber rappresenta “i moduli del pensiero unico politicamente corretto di completamento della globalizzazione capitalistica”. Fusaro sostiene che il programma “Otto e Mezzo” svolge un ruolo di primo piano nella diffusione del pensiero neoliberale e cosmopolita, che mira a superare i confini nazionali in favore di una visione del mondo senza barriere e con una forte inclinazione al mercato globale. Secondo Fusaro, termini come “patria” e “nazione” sono diventati inaccettabili per questo tipo di pensiero, in quanto rappresentano identità culturali resistenti all’omologazione del capitalismo e potenziali strumenti di controllo politico ed economico.

Fusaro sottolinea inoltre come, nella storia, il concetto di nazione sia stato associato a resistenze all’imperialismo economico, citando anche Che Guevara e il suo motto “patria o muerte” a favore delle lotte nazionali di liberazione. Infine, secondo il filosofo, il discorso dominante tende a collegare il concetto di nazione a quello di nazionalismo, cercando di screditarlo. Tuttavia, Fusaro afferma che una critica all’eventuale “patologia” del nazionalismo non dovrebbe implicare un rifiuto completo dei concetti di patria e nazione, che possono invece rappresentare una base per la difesa della democrazia e dei diritti sociali.

Il valore sacro di Dio, Patria e Famiglia come pilastri della Civiltà Occidentale

Dio, Patria e Famiglia rappresentano il fondamento su cui si basa la Civiltà Occidentale e la stessa Europa. Questi valori, radicati nella tradizione e nella storia, non sono solo principi astratti, ma costituiscono il tessuto connettivo delle società europee, capace di dare senso di appartenenza, identità e coesione sociale. La triade di Dio, Patria e Famiglia è stata a lungo il punto di riferimento per definire il rapporto tra individuo, comunità e trascendenza. Dio rappresenta la dimensione spirituale, la ricerca del senso della vita e del bene comune, che trascende gli interessi individuali; la Patria è il simbolo dell’identità nazionale, dell’amore per la propria terra e della difesa delle proprie radici culturali e storiche; la Famiglia è il nucleo primario di ogni società, il luogo in cui si tramandano valori, tradizioni e legami affettivi.

Questi valori sono alla base della costruzione dell’identità europea e dell’ordine sociale, opponendosi alla tendenza verso l’individualismo estremo e la dissoluzione dei legami comunitari che spesso caratterizzano la globalizzazione. La difesa di Dio, Patria e Famiglia significa sostenere l’idea che la libertà non è solo un diritto individuale, ma è anche responsabilità verso la comunità e verso la propria storia. Questi valori hanno alimentato le grandi civiltà occidentali e hanno rappresentato la forza morale e spirituale di popoli che hanno difeso i propri confini, la propria cultura e le proprie tradizioni contro ogni forma di invasione e omologazione.

Oggi, riaffermare il valore sacro e inviolabile di questi principi significa salvaguardare le radici della Civiltà Occidentale e preservare quell’identità europea che è stata fonte di progresso, libertà e democrazia. Essi sono il baluardo contro l’annullamento delle diversità culturali e della specificità dei popoli, offrendo un modello di società che resiste alle logiche disgreganti del relativismo e dell’individualismo esasperato.

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