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Linguaggio di Genere al Senato: la Polemica che Offusca le Priorità degli Italiani

15 Dic 2023 - Italia

Linguaggio di Genere al Senato: la Polemica che Offusca le Priorità degli Italiani

Nel cuore pulsante della politica italiana, una questione apparentemente minore sta suscitando un dibattito acceso: l’uso del linguaggio di genere nelle istituzioni. Recentemente, la senatrice Avs Aurora Floridia ha sollevato la questione della denominazione di genere al Senato, un tema che, sebbene importante, rischia di distogliere l’attenzione dai problemi reali degli italiani.

La questione è nata durante una seduta della Terza Commissione, dove la presidente Stefania Craxi ha ripetutamente utilizzato il termine “senatore” anziché “senatrice”, nonostante le richieste esplicite di alcune parlamentari. Questo episodio non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di discriminazione linguistica di genere.

La senatrice Floridia, insieme a 76 colleghi, ha quindi redatto una lettera indirizzata al presidente del Senato, Ignazio La Russa, chiedendo il rispetto del linguaggio di genere. La loro richiesta si basa sull’idea che la lingua non solo trasmette significati, ma anche valori e giudizi culturali, e che il rifiuto di adottare termini femminili per ruoli istituzionali possa rafforzare stereotipi di genere.

Questo dibattito, pur essendo legittimo e importante, rischia di distogliere l’attenzione dai problemi quotidiani degli italiani. In un periodo in cui il Paese affronta sfide economiche, sociali e sanitarie di vasta portata, la focalizzazione su questioni linguistiche può apparire come una disconnessione dalla realtà vissuta dalla maggior parte dei cittadini.

Questo non significa che la questione del linguaggio di genere debba essere ignorata, ma piuttosto integrata in un discorso più ampio che tenga conto delle priorità immediate della popolazione. La lotta per l’uguaglianza di genere è importante, ma non deve eclissare o ritardare la risoluzione di problemi urgenti come la disoccupazione, la crisi abitativa, la sanità e l’istruzione, soprattutto non è con la storpiatura di certe terminologie che si ottiene uguaglianza. A volte soffermarsi su questi cavilli, dimostra solamente la pochezza di chi li sostiene piuttosto che veicolare la forza di un messaggio sacrosanto.

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