L’Italia muove i primi passi per regolamentare l’Intelligenza Artificiale: approvato un nuovo disegno di legge
24 Mar 2025 - Italia
Dopo l’approvazione al Senato, l’Italia è pronta a dotarsi della sua prima legge organica sull’intelligenza artificiale. Un testo ambizioso che punta a coniugare innovazione e tutela dei diritti, tra investimenti strategici e nuovi limiti etici.

Il 19 marzo 2025, il Senato ha approvato un importante disegno di legge sull’intelligenza artificiale (IA), che ora passerà alla Camera per il via libera definitivo. È un provvedimento corposo, composto da 28 articoli, e ha l’obiettivo di dare all’Italia un quadro normativo per gestire l’arrivo di tecnologie che stanno cambiando – e cambieranno sempre di più – il nostro modo di vivere, lavorare e comunicare.
Il testo, voluto dal governo Meloni e firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, vuole mettere dei paletti chiari all’uso dell’IA, valorizzandone le potenzialità ma anche proteggendo le persone da possibili abusi. Il principio di fondo? L’intelligenza artificiale deve essere al servizio dell’essere umano, non il contrario.
Cos’è previsto dal disegno di legge?
Ecco, in modo semplice, cosa contiene la nuova legge:
- Una visione “umana” della tecnologia. Fin dall’inizio, il testo sottolinea che l’IA va sviluppata e utilizzata in modo responsabile, trasparente e nel rispetto dei diritti fondamentali. Insomma: niente “scatole nere” incomprensibili, e nessuna tecnologia che possa danneggiare le persone o violarne la privacy.
- Protezione dei dati e trasparenza. Il trattamento dei dati personali tramite IA dovrà essere chiaro, legale e proporzionato. Gli utenti avranno il diritto di sapere quando e come i propri dati vengono utilizzati. Particolare attenzione è riservata ai minori: sotto i 14 anni serve il consenso dei genitori per usare sistemi basati su IA.
- Un’IA che aiuta, ma non sostituisce. Nel mondo della sanità, per esempio, l’intelligenza artificiale potrà supportare medici e operatori, ma non potrà mai sostituirli nelle decisioni cliniche. Lo stesso vale per il lavoro, la scuola, la pubblica amministrazione e perfino la giustizia: l’IA potrà facilitare i processi, ma sarà sempre una persona a prendere la decisione finale.
- Promozione dell’innovazione. Il disegno di legge prevede investimenti fino a 1 miliardo di euro per sostenere start-up e piccole imprese che lavorano nel settore dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e delle tecnologie avanzate. Si punta a rafforzare la competitività del Paese, favorendo anche la ricerca e lo sviluppo tecnologico.
- Un’attenzione speciale al lavoro. L’uso dell’IA nel mondo del lavoro dovrà migliorare le condizioni e la sicurezza dei lavoratori, senza diventare un pretesto per controlli eccessivi o per sostituire forza lavoro umana. Verrà creato anche un Osservatorio nazionale per monitorare l’impatto dell’IA sull’occupazione e proporre politiche adeguate.
- Giovani, sport e scuola. L’intelligenza artificiale verrà incentivata anche per promuovere l’inclusione sportiva e valorizzare il talento nelle scuole. L’obiettivo è far crescere una nuova generazione di cittadini consapevoli e competenti nell’uso delle tecnologie.
- Un’IA più sicura. Il governo investirà anche sulla cybersicurezza, con un ruolo centrale affidato all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che vigileranno sul corretto utilizzo dei sistemi intelligenti e coordineranno i progetti sperimentali.
Cosa non convince tutti?
Non mancano però le critiche. Alcuni esperti ritengono che il sistema di vigilanza previsto dalla legge sia troppo debole. In particolare, manca un’autorità indipendente e specificamente dedicata all’IA, dotata di veri poteri ispettivi e sanzionatori. Le responsabilità sono invece divise tra AgID e ACN, il che potrebbe creare confusione o rallentare le risposte in caso di problemi.
Altri sottolineano che ci vuole maggiore chiarezza su dove, come e quanto l’intelligenza artificiale potrà essere usata in ambiti delicati come la giustizia o le professioni, dove le decisioni umane restano centrali.
E adesso?
Il testo passa alla Camera per l’esame finale. Se approvato senza modifiche, l’Italia si doterà per la prima volta di una legge organica sull’intelligenza artificiale. Un passo importante, che arriva mentre l’Unione Europea si prepara ad applicare il Regolamento Europeo sull’IA, approvato nel 2024.
In un momento in cui l’intelligenza artificiale entra sempre più nelle nostre vite – dai social ai motori di ricerca, dai servizi pubblici alla sanità – dotarsi di regole chiare e lungimiranti è fondamentale. Ma le regole da sole non bastano: serve anche un grande sforzo culturale per capire, usare e governare queste tecnologie, senza subirle.