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Maternità surrogata: l’Italia introduce il reato universale

17 Ott 2024 - Italia

Approvata la legge che punisce la maternità surrogata anche all’estero. Una vittoria per la destra italiana a difesa dei valori tradizionali e della dignità della famiglia.

Maternità surrogata: l’Italia introduce il reato universale

La maternità surrogata come reato universale: una svolta giuridica per l’Italia

Il Parlamento italiano ha approvato una legge che definisce la maternità surrogata come reato universale, una decisione che rappresenta una chiara vittoria per le forze di destra e per chi difende i valori tradizionali della famiglia. Questa misura fa parte di un più ampio impegno del governo a guida Fratelli d’Italia per contrastare quella che viene vista come una pericolosa deriva morale, cercando di tutelare i bambini, le madri e l’integrità della famiglia naturale.

La nuova normativa prevede che, anche se la maternità surrogata viene praticata all’estero, chiunque prenda parte a tali pratiche può essere perseguito in Italia. Questo è un messaggio chiaro per chi cerca di aggirare la legislazione nazionale sfruttando i vuoti giuridici internazionali: il nostro Paese non tollera compromessi su temi così delicati.

Un atto a difesa della dignità della donna e del bambino

Il concetto alla base di questa legge è quello di proteggere la dignità sia della donna che del bambino. La destra italiana, sostenuta da varie associazioni pro-famiglia, ha a lungo sostenuto che la maternità surrogata non sia altro che una forma di sfruttamento, dove il corpo della donna diventa oggetto di una transazione economica e il bambino un prodotto. È una visione fortemente legata alla tradizione cattolica, che valorizza il ruolo sacro della maternità come dono e non come merce di scambio.

L’introduzione del reato universale non è solo una questione legale, ma anche etica e sociale. La legge mira a difendere quei valori che hanno fondato la civiltà italiana e che oggi rischiano di essere erosi da ideologie globaliste e relativiste.

Il sostegno del governo Meloni

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da sempre in prima linea su questo fronte, ha definito la maternità surrogata “una forma di schiavitù moderna”. La sua leadership è stata determinante nell’ottenere il consenso necessario per approvare questa legge, che rappresenta uno dei pilastri del suo programma in difesa della famiglia tradizionale. La coalizione di centrodestra ha lavorato in modo compatto per far passare la legge, trovando il sostegno di una vasta fetta dell’elettorato italiano.

Inoltre, esponenti del governo, come il ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, hanno sottolineato come questa normativa sia un passo avanti fondamentale per riaffermare il diritto dei bambini a crescere in un ambiente sano e naturale, con una madre e un padre, lontano da logiche mercantilistiche che riducono la vita a un oggetto di contratto.

Le reazioni internazionali

Se in Italia la legge ha ottenuto un forte consenso nelle file della destra, a livello internazionale ha suscitato non poche polemiche. Diversi Paesi europei e organizzazioni per i diritti umani hanno criticato questa scelta, sostenendo che si tratti di un’ingerenza nei diritti riproduttivi e di una limitazione della libertà personale. Tuttavia, il governo Meloni ha chiarito che la priorità è la difesa dei bambini e delle donne, ritenendo che le preoccupazioni etiche debbano prevalere sulle logiche di mercato e sugli interessi personali.

Nonostante queste critiche, la legge ha aperto un dibattito importante non solo in Italia, ma in tutta Europa, su temi come la regolamentazione della bioetica, la difesa dei diritti delle donne e la protezione dei bambini. Il messaggio del governo è chiaro: l’Italia si pone come baluardo a difesa della vita e dei valori tradizionali, contrastando ogni forma di sfruttamento legato alla maternità surrogata.

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