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Mosca avanza, Kiev nel caos: guerra e crisi interna

30 Gen 2025 - Europa

Mentre la Russia guadagna terreno nel Donetsk, il governo ucraino è travolto dallo scontro tra il ministro della Difesa e la direttrice dell’Agenzia per gli armamenti. Zelensky isolato, l’Occidente inizia a dubitare del sostegno.

Mosca avanza, Kiev nel caos: guerra e crisi interna

Mentre la Russia continua la sua avanzata inesorabile nel Donetsk, il fronte ucraino vacilla sotto il peso della carenza di munizioni e delle tensioni interne. A Kiev, lo scontro tra il ministro della Difesa Rustem Umerov e la direttrice dell’Agenzia per l’acquisizione degli armamenti (Aoz), Maryna Bezrukova, sta mettendo in evidenza le divisioni profonde nel governo di Volodymyr Zelensky, in un momento in cui l’Ucraina non può permettersi di mostrarsi debole.

L’avanzata russa e la crisi militare ucraina

La guerra in Ucraina sta volgendo a favore di Mosca. Nel Donetsk, le forze russe guadagnano terreno, mentre il fronte ucraino si sgretola per la mancanza di rifornimenti. L’attacco con 104 droni contro obiettivi russi e l’incendio della raffineria Lukoil a Novgorod non sono bastati a frenare l’offensiva di Mosca. Nel frattempo, gli attacchi ucraini su Belgorod hanno provocato vittime civili, inclusa una madre con il suo bambino di due anni, in un’escalation che sembra dettata più dalla disperazione che da una strategia chiara.

L’Occidente, nel frattempo, si interroga sulla prosecuzione del sostegno militare a Kiev. Se il Parlamento italiano ha approvato l’invio di armi per la decima volta, il presidente americano Donald Trump ha confermato, almeno per ora, l’invio degli aiuti militari, spingendo Zelensky a un liberatorio «grazie a Dio!». Tuttavia, la situazione internazionale appare incerta: con il Congresso americano sempre più diviso sulla questione ucraina e l’Europa che inizia a mostrare segni di stanchezza, il rischio che i rifornimenti militari si riducano è concreto.

Scontro al vertice: il caos nella Difesa ucraina

In un quadro già drammatico, la crisi politica interna a Kiev non fa che aggravare la situazione. Il ministro della Difesa Rustem Umerov ha pubblicamente sfidato la direttrice dell’Aoz, Maryna Bezrukova, accusandola di aver trasformato l’agenzia in un “catalogo vendite online”, esponendo informazioni sensibili sugli acquisti militari. La Bezrukova, dal canto suo, rifiuta di dimettersi e accusa il ministro di volerla rimuovere per aver ridotto le commissioni sulle forniture dal 3% allo 0,4%, scontentando le lobby militari.

Ma dietro questa lotta si nasconde una guerra ancora più ampia tra influenze internazionali. La Bezrukova è considerata vicina agli ambienti dell’ex amministrazione Biden, mentre Umerov e i suoi alleati hanno legami con la lobby turca che produce i droni Bayraktar. Con il nuovo governo americano guidato da Trump, l’influenza dei democratici in Ucraina si è ridotta drasticamente, e la posizione della Bezrukova è sempre più fragile.

A complicare la situazione, l’ostruzionismo di Umerov gli è costato un’indagine per abuso d’ufficio, con alcuni deputati della Rada che chiedono le sue dimissioni. Anche gli ambasciatori del G7, Italia inclusa, hanno espresso preoccupazione, mentre le ONG ucraine temono che questo scontro possa compromettere la già fragile credibilità internazionale del Paese.

Zelensky in difficoltà: il rischio di un nuovo rimpasto

In mezzo a questa tempesta, il presidente Zelensky appare sempre più isolato. La possibilità di un terzo cambio alla guida della Difesa in tre anni di guerra non è un segnale rassicurante per gli alleati occidentali, e l’idea di sostituire Umerov con l’ex ministro delle Infrastrutture Oleksandr Koubrakov è vista da molti come una mossa disperata.

Inoltre, la guerra intestina nella Difesa ucraina fornisce un alibi perfetto a chi, in Occidente, è ormai restio a continuare a finanziare il conflitto. Le parole delle ONG ucraine suonano come un’ammissione di colpa: «Rischiamo di perdere definitivamente la nostra credibilità internazionale».

Nel frattempo, mentre Kiev si avvita nelle sue crisi interne, Mosca avanza. E se l’Occidente dovesse stancarsi davvero di sostenere l’Ucraina, la guerra potrebbe presto concludersi in un modo che Zelensky non avrebbe mai immaginato.

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