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MSF ritira la Geo Barents: fine delle operazioni nel Mediterraneo

13 Dic 2024 - Italia

La nave simbolo delle ONG lascia il Mediterraneo centrale. MSF accusa le leggi italiane, mentre cresce il dibattito sul ruolo delle organizzazioni umanitarie e il contrasto all'immigrazione illegale.

MSF ritira la Geo Barents: fine delle operazioni nel Mediterraneo

La Geo Barents si ritira: fine di un’era nel Mediterraneo centrale

Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato la sospensione delle operazioni della nave Geo Barents nel Mediterraneo centrale. Dal 2021, questa nave ha condotto oltre 190 operazioni di salvataggio e soccorso, dichiarando di aver tratto in salvo più di 12.675 persone. Tuttavia, le attività cessano ufficialmente, secondo l’organizzazione, a causa delle normative italiane ritenute “assurde e insensate,” come il decreto Piantedosi del 2023 e il suo inasprimento del 2024.

Un bilancio controverso

In questi anni, la Geo Barents è stata al centro di numerose polemiche, non solo per il suo ruolo nelle operazioni di soccorso ma anche per i rapporti tesi con le autorità italiane. La nave ha ricevuto quattro sanzioni, accumulando 160 giorni di fermo amministrativo, e ha denunciato l’assegnazione di porti di sbarco lontani, che avrebbero ostacolato ulteriormente le operazioni. Emblematico è il caso di giugno 2023, quando fu ordinato alla nave di sbarcare 13 migranti a La Spezia, oltre 1.000 km dal punto di salvataggio.

Le critiche mosse da MSF, che accusa le autorità italiane di aver reso il Mediterraneo una “tomba a cielo aperto,” si scontrano con una visione politica che punta invece a regolamentare il fenomeno migratorio, proteggendo le frontiere nazionali e disincentivando le partenze illegali.

Le politiche italiane e il ruolo delle ONG

Le normative come il decreto Piantedosi mirano a porre un freno all’immigrazione irregolare e a regolamentare le operazioni delle ONG, spesso accusate di agire come “taxi del mare” facilitando, seppur indirettamente, le attività dei trafficanti. L’assegnazione di porti lontani risponde all’esigenza di una migliore distribuzione sul territorio e di una verifica più accurata degli sbarchi.

Non sorprende che MSF abbia scelto di adottare una retorica dura contro le autorità italiane, dipingendo il quadro come una battaglia tra “umanità” e “disumanità.” Tuttavia, non tutti concordano con questa narrazione. Per molti, le attività delle ONG nel Mediterraneo non risolvono il problema ma ne accentuano la portata, contribuendo a un ciclo migratorio senza fine.

La fine di un modello inefficace?

Il ritiro della Geo Barents segna forse la conclusione di un modello operativo che non si è dimostrato sostenibile. Se da un lato si rivendicano migliaia di vite salvate, dall’altro resta aperta la questione delle partenze incontrollate, spesso gestite da reti criminali. MSF promette di tornare in mare, ma nel frattempo, il governo italiano continua a perseguire una politica che mira a garantire ordine e sicurezza, proteggendo il Mediterraneo da ulteriori tragedie e abusi.

Le ONG come Medici Senza Frontiere potrebbero trovare nuove sfide nel contesto europeo, dove cresce il consenso per un approccio più rigido verso l’immigrazione irregolare. Forse è tempo di ripensare a soluzioni che non alimentino un sistema già in crisi, ma che tutelino la dignità di chi cerca una vita migliore senza sacrificare la sovranità delle nazioni.

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