NATO nel Baltico: più navi per difendere i cavi sottomarini
9 Gen 2025 - Europa
L’Alleanza Atlantica rafforza la presenza nel Mar Baltico con dieci navi per proteggere le infrastrutture critiche, tra tensioni crescenti e timori di sabotaggi.
La NATO rafforza la sua presenza nel Mar Baltico: un passo necessario o un’escalation?
La NATO ha annunciato l’invio di una flotta fino a dieci navi nel Mar Baltico per rafforzare la protezione delle infrastrutture sottomarine, come i cavi energetici e di trasmissione dati. L’operazione, che partirà a breve e si protrarrà fino ad aprile, è stata decisa su richiesta di Finlandia ed Estonia, preoccupate per una serie di danneggiamenti recenti ai cavi sottomarini nella regione.
La strategia della NATO
Le navi della NATO saranno schierate principalmente per fungere da deterrente, posizionandosi in prossimità di aree sensibili. Tuttavia, l’Alleanza non potrà impedire il transito di imbarcazioni di paesi non membri in acque internazionali, limitandosi a un ruolo di monitoraggio e prevenzione. Parallelamente, le marine di Finlandia ed Estonia continueranno a pattugliare il Golfo di Finlandia per incrementare ulteriormente la sorveglianza.
In questa operazione, si inserisce anche l’annuncio della Joint Expeditionary Force (JEF) – composta da dieci paesi membri della NATO – sull’uso dell’intelligenza artificiale per monitorare il traffico marittimo in prossimità delle infrastrutture critiche. Questo strumento tecnologico mira a identificare tempestivamente eventuali minacce.
Un contesto di tensioni
La decisione della NATO giunge in un periodo di alta tensione nella regione. Il 25 dicembre scorso, sono stati danneggiati un cavo elettrico e quattro cavi dati tra Finlandia ed Estonia. Secondo le autorità finlandesi, non si esclude l’ipotesi di un’azione deliberata. Tra gli elementi al centro dell’indagine vi è la petroliera Eagle S, battente bandiera delle Isole Cook ma sospettata di essere parte della cosiddetta “flotta fantasma” che Mosca utilizzerebbe per esportare petrolio in violazione delle sanzioni.
Gli incidenti non sono isolati. Il 18 novembre, un cavo dati sottomarino che collega Finlandia e Germania è stato reciso, mentre un altro cavo di comunicazione tra Lituania e Svezia ha subito danni. In entrambi i casi, le cause non sono state pienamente chiarite, ma il contesto geopolitico ha alimentato dubbi su possibili sabotaggi.
Un difficile equilibrio
Il dispiegamento militare nel Mar Baltico solleva interrogativi. Da un lato, c’è l’esigenza di proteggere infrastrutture vitali per i paesi nordici e l’intera Europa; dall’altro, c’è il rischio di alimentare ulteriormente le tensioni con Mosca, già alta a causa del conflitto in Ucraina e del contesto sanzionatorio.
La presenza NATO viene presentata come una misura di sicurezza, ma inevitabilmente assume anche un carattere simbolico. Rafforzare la sorveglianza nelle acque del Baltico equivale a inviare un messaggio chiaro: l’Alleanza non tollererà minacce alla stabilità della regione. Tuttavia, questo approccio potrebbe essere percepito come una provocazione da Mosca, rischiando di aggravare il clima già teso.