Netanyahu contro Macron: scontro sulle forniture di armi
16 Ott 2024 - Medio Oriente
Il premier israeliano attacca la Francia: "Vergognosa la proposta di bloccare le armi a Israele". Tensione nel colloquio tra i due leader sul conflitto in Gaza e il ruolo dell'Iran.
La posizione di Netanyahu nel colloquio con Macron: sicurezza come priorità
Durante il colloquio del 15 ottobre 2024 tra Benjamin Netanyahu ed Emmanuel Macron, il primo ministro israeliano ha manifestato una posizione risoluta, sottolineando l’importanza della sicurezza nazionale di Israele in un momento di forte crisi. Netanyahu ha insistito sul fatto che Israele non può accettare alcuna limitazione all’acquisizione di armamenti, poiché ciò comprometterebbe gravemente la capacità del paese di difendersi dagli attacchi provenienti da Hamas e Hezbollah, entrambi supportati dall’Iran.
L’importanza del conflitto con Hamas e Hezbollah
Netanyahu ha spiegato a Macron che la minaccia immediata non proviene solo da Gaza, ma anche dal confine settentrionale con il Libano, dove Hezbollah continua a lanciare attacchi. Questi gruppi, secondo Netanyahu, rappresentano pedine del regime iraniano, che utilizza il conflitto come mezzo per espandere la sua influenza nella regione. Limitare le forniture di armi a Israele significherebbe, secondo Netanyahu, indebolire la capacità difensiva del paese e rafforzare indirettamente l’Iran, il vero destabilizzatore del Medio Oriente.
La critica di Netanyahu alla Francia
Netanyahu ha criticato apertamente la posizione della Francia riguardo al possibile stop alle forniture militari a Israele. Durante la conversazione, il premier israeliano ha definito “vergognosa” la posizione di Macron, accusandolo di non comprendere la gravità della minaccia iraniana. Netanyahu ha sostenuto che il supporto della comunità internazionale, inclusa la Francia, è essenziale per garantire la sicurezza di Israele e prevenire ulteriori escalation.
La risposta di Netanyahu alla richiesta di tregua
Macron ha proposto una tregua e una soluzione diplomatica per il conflitto, ma Netanyahu ha risposto con fermezza, sostenendo che una de-escalation non è possibile senza prima neutralizzare le minacce dirette alla sicurezza di Israele. Secondo Netanyahu, le operazioni militari sono necessarie per garantire una pace duratura e una stabilità regionale. Ha respinto l’idea che una soluzione diplomatica possa essere implementata in tempi brevi, ritenendola troppo prematura nel contesto attuale.
La posizione di Netanyahu è chiara: Israele non può permettersi di ridurre le sue capacità difensive mentre affronta minacce esistenziali provenienti da Hamas, Hezbollah e, soprattutto, dall’Iran. Il colloquio con Macron ha mostrato una netta divergenza tra l’approccio diplomatico del presidente francese e la necessità di azioni militari difensive secondo Netanyahu, che ha ribadito il diritto di Israele a proteggere i suoi cittadini e i suoi confini con ogni mezzo necessario.