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Netanyahu e l’Obiettivo di Israele: Tra Determinazione Militare e la Pressione degli Ostaggi

28 Ott 2023 - Mondo

Netanyahu e l’Obiettivo di Israele: Tra Determinazione Militare e la Pressione degli Ostaggi

Mentre il mondo osserva con preoccupazione, la Striscia di Gaza è nuovamente al centro di intensi combattimenti. Nel cuore di questi scontri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha delineato l’obiettivo “supremo” di Israele: “l’eliminazione completa del nemico”, ovvero Hamas, e di “garantire la nostra esistenza come stato”. Queste parole, piene di determinazione e risolutezza, hanno seguito l’attacco senza precedenti sferrato da Hamas il 7 ottobre.

Le scorse 24 ore hanno visto una serie di raid aerei massicci, culminati con l’ingresso di tank e truppe israeliane a Gaza. Per Netanyahu, questa guerra non riguarda solo la sicurezza di Israele, ma rappresenta una lotta tra il bene e il male. Un messaggio fortemente enfatizzato quando ha affermato: “Se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male. Per questo la nostra sarà la vittoria del bene sul male”.

Il sostegno internazionale è sembrato solido, con leader di Francia, Gran Bretagna e Italia che hanno fatto visita a Tel Aviv per dimostrare il loro appoggio. Netanyahu, nel suo discorso, ha garantito un’indagine sull’attacco di Hamas, pur ribadendo che l’eliminazione di Hamas è la priorità immediata. Ha difeso veementemente l’esercito israeliano, ribadendo che è “l’esercito più morale del mondo” e ha condannato coloro che accusano le truppe israeliane di crimini di guerra.

Ma ciò che desta preoccupazione è la questione degli ostaggi. Circa tre settimane fa, oltre 200 israeliani sono stati rapiti da Hamas, creando un dilemma per il governo israeliano. La pressione sul premier Netanyahu da parte delle famiglie degli ostaggi è palpabile. Durante un incontro con loro, alcuni familiari hanno chiesto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi in cambio della liberazione dei loro cari, con l’appello emozionante di Meirav Leshem-Gonen, madre di una delle ostaggi, che ha chiesto la rapida liberazione di tutti.

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha espresso fiducia nell’operazione militare, sottolineando che “questa non sarà una guerra breve” ma riusciranno a raggiungere tutti i loro obiettivi. La protezione dei civili e il ritorno degli ostaggi sono priorità.

Con la situazione che si intensifica, la determinazione di Israele sotto la guida di Netanyahu è chiara. Tuttavia, le complicazioni relative agli ostaggi e la crescente pressione internazionale renderanno difficile prevedere l’esito finale di questo conflitto. La speranza di molti è che una soluzione pacifica possa emergere dal caos, portando sicurezza e stabilità alla regione.

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