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Netto Calo della Coltivazione di Papavero in Afghanistan sotto il Rigido Controllo dei Talebani

5 Nov 2023 - Mondo

Netto Calo della Coltivazione di Papavero in Afghanistan sotto il Rigido Controllo dei Talebani

Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato un drastico calo nella coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan, attestando una riduzione del 95% da quando i Talebani hanno imposto il divieto di tale pratica. Questa riduzione marcata è stata registrata dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga e il Crimine (UNODC), che ha documentato il passaggio da 233.000 ettari coltivati nel 2022 a soli 10.800 ettari quest’anno.

La produzione di oppio, che l’anno scorso aveva raggiunto un picco di 6.200 tonnellate, è precipitata a 333 tonnellate. Di conseguenza, anche la quantità di eroina che potrebbe essere esportata dall’Afghanistan è diminuita drasticamente, passando dalle 350-580 tonnellate del 2021 a un intervallo tra 24 e 38 tonnellate.

Nonostante la coltivazione del papavero abbia rappresentato quasi un terzo del valore totale della produzione agricola afghana, rendendo il paese il principale produttore mondiale, l’improvviso divieto imposto dai Talebani ha colto di sorpresa molti agricoltori. Questi ultimi si trovano ora ad affrontare la sfida di trasformare le loro colture in altre meno redditizie e con maggiori necessità di acqua, come cotone e grano, in un paese che sta vivendo il suo terzo anno di grave siccità.

Il cambio forzato di coltivazione è un duro colpo per l’economia rurale afghana, specialmente perché colture alternative come pistacchi, mandorle e melograni richiedono tempo e investimenti significativi prima di diventare redditizie.

La riduzione della coltivazione del papavero ha avuto un effetto a catena anche sul panorama della tossicodipendenza nel paese. Sebbene sia aumentata la produzione di grano, che ha un ciclo di raccolta simile all’oppio, la quantità prodotta non è sufficiente per affrontare la grave insicurezza alimentare. Allo stesso tempo, l’UNODC avverte che potrebbe esserci un incremento nella produzione e consumo di droghe sintetiche, come la metanfetamina, data la già elevata incidenza di tossicodipendenza in Afghanistan.

Nonostante l’accordo in linea di massima con il rapporto dell’UNODC da parte del Dipartimento Narcotici afghano, vi è un certo disaccordo sulle metodologie utilizzate dall’agenzia, con la richiesta di maggiori indagini sul campo per una valutazione più accurata.

Il bando sulla coltivazione del papavero non è una novità in Afghanistan, avendo già visto una simile proibizione nel 2000, poco prima che i Talebani fossero deposti dal potere in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001. Durante i due decenni di insurrezione contro le forze internazionali, i Talebani hanno utilizzato le tasse sui coltivatori di papavero come una significativa fonte di reddito per finanziare le loro attività.

L’impatto di questo divieto sulla società e sull’economia afghana è di portata notevole e le implicazioni a lungo termine restano da valutare. Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con attenzione le conseguenze di questa politica sui già fragili equilibri sociali ed economici del paese.

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