Prodi si giustifica, la sinistra lo difende
27 Mar 2025 - Italia
Dopo la tirata di capelli alla giornalista Orefici, l’ex premier parla di “gestualità familiare” e accusa chi lo critica di strumentalizzazione. Nessuna condanna dal PD: se fosse stato un politico di destra, sarebbe esploso il caso mediatico.

Le deboli scuse di Prodi: tra giustificazioni e vittimismo
Romano Prodi è intervenuto pubblicamente solo dopo la diffusione delle immagini che smentivano la sua iniziale versione dei fatti. Niente ammissione chiara di colpa, nessuna scusa rivolta direttamente alla giornalista Lavinia Orefici. Solo una spiegazione autoindulgente: si sarebbe trattato di un gesto appartenente alla sua “gestualità familiare”, compiuto meccanicamente e fuori contesto. Più che un mea culpa, un tentativo di minimizzare. E anzi, nel suo comunicato, Prodi rovescia la situazione e si lamenta per la “strumentalizzazione”, quasi fosse lui la vittima della vicenda.
Immaginiamo se fosse successo a destra
Se un politico di destra avesse fatto lo stesso gesto, si sarebbe scatenato un putiferio. I media progressisti avrebbero parlato di sessismo, abuso di potere, mancato rispetto verso le donne. Sarebbero fioccati editoriali infuocati, titoli scandalistici e inviti alle dimissioni. Invece, di fronte al gesto di Prodi, i vertici del Partito Democratico si sono stretti attorno a lui con dichiarazioni di sostegno e foto di gruppo. Qualcuno è arrivato perfino a definirlo “una carezza da nonno”.
Il solito doppiopesismo della sinistra
Questo episodio è l’ennesima dimostrazione dell’ipocrisia della sinistra italiana: garantista con i propri, giustizialista con gli altri. Sempre pronta a impartire lezioni di etica, ma incapace di applicarle al proprio interno. È questa incoerenza che rende ogni loro appello alla civiltà e al rispetto poco credibile. Perché chi chiede rigore agli avversari, dovrebbe per primo darne esempio.